Il titolo non è appropriato, devo scrivere: lavori da fare insieme, ovvero dell’arte di decidere e lavorare insieme. nell’orto ci sono diverse opinioni, queste opinioni noi le dividiamo secondo queste categorie: anziani con esperienza, giovani intraprendenti, ragazzi inesperti. Ma sono categorie che non aiutano a lavorare bene e insieme. Infatti l’anziano esperto chiede di essere ascoltato per la sua esperienza (mi sa che la parola esperto deriva dalla parola esperienza). Il giovane chiede di essere ascoltato nella sua intraprendenza e perché porta idee innovative. E poi il giovane inesperto dichiara che non è il suo lavoro e quindi meglio cambiare lavoro. questa questione la ritrovo non solo nell’orto, non solo tra giovani e anziani, ma anche in tanti altri ambiti della vita quotidiana, associativa, di gruppo. Sembra una fatica immane quella di lavorare insieme, di costruire idee e progetti insieme. Partecipare insieme sembra diventata la parola irraggiungibile. Me ne accorgo in tanti luoghi dove mi ritrovo ad operare. Da questo tema non è esente nemmeno la chiesa: cosa vuol dire oggi lavorare e crescere insieme? anche in questo non ho grandi soluzioni. ho una frase che traggo da un libro che sto leggendo e che mi è parsa illuminante. Non è una frase risolutiva, ma almeno indica un sentiero. Il libro è di suor Teresa Forcades e si intitola siamo tutti diversi per una teologia queer. E il pensiero è questo: “la pericoresi fra padre, figlio e spirito santo è precisamente questa relazione d’amore che alcuni interpretano come una danza, un cedere il passo all’altro. etimologicamente pericoresi significa danzare attorno l’uno all’altro, danzare con l’altro. dice teresa Forcades: io traduco così: fare spazio, fare spazio intorno all’altro. per partecipare e lavorare insieme il sentiero da percorre non l’invasione di campo, ma lasciare spazio all’altro. danzare con l’altro senza diventare il maestro della danza.