sabato 11 maggio

di | 11 Maggio 2024

Mc. 6,6-13

Gesù andava attorno per i villaggi, insegnando. 7 Allora chiamò i Dodici, ed incominciò a mandarli a due a due e diede loro potere sugli spiriti immondi. 8 E ordinò loro che, oltre al bastone, non prendessero nulla per il viaggio: né pane, né bisaccia, né denaro nella borsa; 9 ma, calzati solo i sandali, non indossassero due tuniche. 10 E diceva loro: «Entrati in una casa, rimanetevi fino a che ve ne andiate da quel luogo. 11 Se in qualche luogo non vi riceveranno e non vi ascolteranno, andandovene, scuotete la polvere di sotto ai vostri piedi, a testimonianza per loro». 12 E partiti, predicavano che la gente si convertisse, 13 scacciavano molti demòni, ungevano di olio molti infermi e li guarivano.

Commento

Gesù manda i suoi discepoli in giro per la Palestina ad annunciare il vangelo. Non mi sembra che la richiesta di andare senza niente è una questione di povertà. Mi sembra invece un’altra la questione che provo a dire così. I cristiani erano chiamati quelli della via, quelli che camminavano, che si muovevano. Chi cammina ha necessità di portare poche cose essenziali, il resto diventa un peso. Allora queste indicazioni dicono che le comunità cristiane hanno bisogno di riscoprire l’essenziale per l’annuncio del vangelo. C’è quel passaggio che sembra fuori dalla logica: Se in qualche luogo non vi riceveranno e non vi ascolteranno, andandovene, scuotete la polvere di sotto ai vostri piedi. Io cerco di spigarlo così: il discepoli cammina essenziale, ma ha bisogno di una reciprocità che accoglie anche solo la sua vita, una reciprocità che ascolta un annuncio.  Il messaggio cristiano è forse sempre un esperienza di incontro con l’altro di scambio di parola e di doni per la vita. Dove manca questa reciprocità, meglio passare oltre. Chi si pone ad accogliere il vangelo, ma non lo ascolta come dono, dentro un amore scambievole e di reciprocità, allora non sta ascoltando il messaggio della tenerezza di Dio, sta ascoltando quello che interessa a Lui.

Preghiamo

Preghiamo per chi è ammalato.

2 pensieri su “sabato 11 maggio

  1. sr Alida

    Se cercassi solo l’essenziale del mio vivere, sarebbe di più anche la mia fede.. Sento la sete di essenziale, non solo come cose ma come relazioni come cammino, la superficie mi porta via molto di questo.. Mandare a due a due è un aspetto significativo, come amicizia e non essere soli, un mandato comunitario non individuale. Una spiegazione che ho sentito dello scuotere la polvere : è un dire veniamo ma nella gratuità non portiamo via nulla. Dove non si accoglie come dono, conviene lasciare perdere. Per tutti i malati specie I più gravi preghiamo. Un ricordo per mia zia Pina che il Padre ha chiamato a sé.

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  2. Elena

    Prego per l’essenzialità del nostro essere credenti, custodi e portatori di un amore che entra in relazione semplice, vera e profonda con gli altri. Per zia Pina, per chi è ammalato e sofferente.

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