domenica 21 aprile

di | 20 Aprile 2024

4 domenica di pasqua – Gv. 10,11-18

Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore. Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio”.

Commento

Questa domenica del tempo pasquale è chiamata del buon pastore. Io sono il buon pastore è l’annuncio che ci lascia il Signore oggi. Un pastore che non è come un mercenario che non si cura delle sue pecore, ma che dona la sua vita per il suo gregge. Nel vecchio testamento questa figura del buon pastore era una figura molto ricorrente. In particolare Ezechiele contrappone in maniera molto forte i falsi pastori che fanno i loro interessi, contro i pastori saggi, o il pastore saggio che è Dio e che conduce il suo popolo. Possiamo dire che Gesù aggiunge un particolare: è pastore che accompagna e conduce il suo gregge, ma è pastore dove lui stesso dona la vita per il suo popolo. Questa è la grande novità che porta Gesù: non chiede ad altri di sacrificarsi per il bene di tutti, lui stesso lo fa, lui si mette in gioco in prima persona. Questo amore appassionato e unico di Gesù è la buona notizia di cui il mondo ha bisogno. Nel mondo non mancano né i lupi che rapiscono e uccidono né i mercenari che fuggono e lasciano che il male si abbatta e distrugga i deboli. Anche in questo nostro tempo – tempo di guerre e di confitti, di paura e di solitudini amare – in tanti attendono la notizia di un buon pastore. “Io sono il buon pastore!”, ripete Gesù. È come un grido che traversa i cieli e i continenti. C’è bisogno di un pastore buono che faccia uscire dalla “valle oscura” le folle di questo mondo per approdare in luoghi di salvezza e di pace.

Preghiamo

Preghiamo per la pace

3 pensieri su “domenica 21 aprile

  1. Elena

    Ho visto un documentario: un pastore finlandese ha delle pecore che sembrano sorridergli ogni volta che lo vedono. Per questioni di pascolo le lascia sole su un’isola o su un’altra, con il cane. Le traghetta in barca. Queste pecore fanno festa al loro pastore, lo seguono ovunque. Gli vogliono bene. Lui è un pastore affettuoso, le chiama per nome, le accarezza, ne ha a cuore il benessere. Ho pensato che Gesù doveva aver pensare a questo quando si è raccontato pastore.Un buon pastore! Una buona guida! Qualcuno che si prenda a cuore il nostro benessere. Ha dato anche la vita per noi, sue pecore. Trova il modo di traghettarci in luoghi sicuri e belli per noi e ci chiama per nome, anche se e quando ci perdiamo. Ci affianca qualcuno di sua fiducia per difenderci dai pericoli e perché non ci sentiamo soli. Ed in qualche modo è sempre presente e ha cura di noi. Un pastore buono!
    Prego per la pace insieme a tutti voi.

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  2. sr Alida

    Pregando per pace, chiedo al Signore pastore appassionato, di far sentire in braccio a se ogni pecorella malata, ogni pecorella che si è persa e non ricorda il Battesimo ricevuto , ogni pecorella in qualsiasi difficoltà. Di sentirci chiamare per nome in ogni vocazione che ci affida.

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  3. Sabrina

    Mi piace da sempre questa metafora di Gesù come un pastore e l’umiltà con cui descrive la sua missione.
    Come metafora di colui che si prende cura di noi, di giorno e di notte, quel pastore che attentamente non ci fa perdere nei bivii più oscuri, che non ci lascia cadere nei precipizi della vita, che prende in braccio il più piccolo e lo porta con sé fino a lasciarlo andare quando lo vede piu sicuro. Ci dovrebbe essere davvero un pastore ad ogni angolo, un pastore al posto del re, perché lui sa cosa significa la cura dell’altro e del creato, un pastore che allontana i lupi e riconosce i mercenari. Basterebbe trovare Gesù nel cuore per evitare scelte sbagliate? A volte sì, peccato che spesso noi umani siamo pecore o lupi o mercenari e ci allontaniamo quel tanto da combinare disastri.

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