Quest’oggi parto con questa citazione tratta da Romeo e Giulietta di W. Shakespeare. Mi è capitata tra le mani leggendo e descrive bene un pezzo della mia vita attuale. Era l’allodola, la messaggera del mattino, non l’usignolo. Guarda, amore, come quelle strisce di luce invidiose coprono di merletti le nubi che si stanno aprendo, là, a oriente. Le candele della notte si sono consumate, e il giorno allegro si fa avanti in punta di piedi sulle cime nebbiose dei monti. Debbo andarmene e vivere, oppure restare e morire
Strisce di luce invidiose coprono il cielo che si sta aprendo al nuovo giorno. debbo andarmene e vivere oppure restare o morire. Si apre il giorno nuovo. L’alba mi dice che la luce sta per arrivare. È un attimo e vedo arrivare la luce del giorno nuovo. E in un attimo sono come immerso nel clamore e nel rumore del giorno nuovo. Tragica la domanda: debbo andare a vivere o restare e morire. Meglio affrontare il nuovo giorno o rimanere nella quiete della notte? Lo sai che a volte preferisco rimanere nella quiete della notte per non vedere l’invidia e la divisone del mondo? Oggi è un giorno così. ma alla fine mi alzo, prego, celebro la messa, ricordo gli amici, arrivo a Rosciano e la luce del nuovo giorno avvolge il paesaggio. Meglio andare a vivere, rischiando di rimanere invischiato nelle divisioni e nelle invidie del mondo. Dovrei tornare a leggere Shakespeare è tragicamente interessante.