Non rinnego niente di quanto ho scritto ieri, soprattutto riguardo al tema dei giovani. Essi vanno incoraggiati, devono sperimentare la loro vita. Non posso di dire a loro di diventare responsabili se poi la responsabilità è quella che dico io adulto. E sono sicuro che a volte sbagliano. Ma sono ben sicuro di sbagliare tante volte anche io e quindi che faccio? Mi dico che è tutto sbagliato? Semplicemente riparto dai miei errori. Ma torniamo alla questione di segni. Il segno diventa messaggio, certo un messaggio da capire, un messaggio da decodificare, ma niente e nessuno mi vieta di pensare che il segno è un messaggio. Per lasciare un segno non posso far uso solo delle parole, ma di mani, di piedi, di intelligenza. Un gruppo di giovani in piazza non è solo uno slogan contro o a favore, ma è un corpo che lascia un segno. Qualcuno dice che è un brutto segno, qualcuno dice che è un bel segno. Ma quel corpo fatto di tanti corpi in piazza genera un pensiero in chi guarda lo svolgersi dei fatti. Un segno è anche linguaggio non verbale che parla più di tante parole. il tema vero è avere l’avvertenza di decodificare nel modo più corretto tale segno. Questo è il vero problema. Quante volte leggere male un segno produce più danni che effetti buoni. Ed in genere noi interpretiamo i segni con i luoghi comuni che abbiamo imparato. Giovani in piazza= lazzaroni che non vogliono andare a scuola. E che segno è il gruppo di giovani che indisturbati lanciano il saluto romano? Qui c’è la seconda questione che mi tocca da vicino e che mi preoccupa. La questione è questa: di fronte ad un gruppo di giovani in piazza si scatenano i commenti contro o a favore, di fronte giovani in piazza con il saluto romano c’è silenzio. Ecco la grande questione: decodificare i segni vuol dire avere il coraggio di parlare sia di uno che dell’altro segno. Vuol dire uscire dai luoghi comuni e dichiarare qualcosa non solo sui giovani in piazza, ma anche sugli altri giovani . è questo che mi preoccupa. Questo inalberarsi se dico che non va bene quello che succede nella striscia di Gaza e questo tacere se a casa nostra alcuni giovani hanno nostalgia di un tempo passato non mi piace. Decodificare un segno vuol dire aprire la bocca sia per chi è in piazza per un motivo, ma anche per chi è in piazza per l’altro motivo.