Mi imbatto leggendo in quella questione della perfezione. Siate perfetti come è perfetto il padre vostro che è nei cieli. Più che imbattermi è un incidente di percorso, uno scontro frontale. Continuo a leggere, il testo che commenta le parole non mi attira molto perché parla di una perfezione morale, di una perfezione dell’anima e della vita, del fare bene le cose. Ecco perché dichiaro che più che imbattermi, mi scontro con queste parola: perfezione. Io che sono abbastanza sconclusionato, che non reggo la prova del proposito quaresimale se non per una settimana come posso essere perfetto? Io che quando dico a me stesso adesso mi impegno nella fedeltà, nella pratica di, nella perfetta organizzazione della mia vita, io che non reggo quasi mai questa prova che dichiara la perfezione della vita, io che sono tutto questo e altro ancora come potrò essere perfetto? Io che organizzo la giornata in un modo e poi me ne ritrovo tra la mani un’altra come potrò essere perfetto? Addirittura, perfetto come il padre vostro che è nei cieli. Posso rinunciare alla rincorsa di questa perfezione. Dichiaro a me stesso che non ce la poso fare. Ma non mi piace chiuderla così la questione; in questo modo non ho molte alternative: o mi scontro con la utopistica perfezione, o rinuncio alla perfezione. Cambio testo che commenta queste parole che parlano della perfezione e trovo scritto: sì Dio è perfetto, ma è perfetto nella misericordia, nel perdono, nella giustizia. Dio è onnipotente. Può tutto, ma nell’amore. Questa spiegazione mi piace di più. Se Dio è perfetto non di una perfezione morale, ma della perfezione della misericordia va bene. Con questa perfezione non impatto contro come in frontale. Con questo tipo di perfezione posso provare a camminare insieme, perché posso provare a camminare sulla via della misericordia.
La perfezione terrena é un idolo, autoimposta e cercata, o imposta dal contesto. É talmente difficile ed effimera che se cadi pensi di essere sconfitto o addirittura fallito.
Credo che Dio abbia davvero un altro concetto di perfezione, che non é la nostra ancorata alla superficialità, agli obbiettivi di successo o di vita. Come puoi essere perfetto in una famiglia, come puoi portare avanti la perfezione lasciando indietro chi fa fatica, chi é malato, chi semplicemente non ce la fa. Chi ambisce alla perfezione va avanti come un treno per i suoi obbiettivi personali, lavorativi, atletici, ma il rischio é che quando sei arrivato alla cima sei solo con te stesso e la tua medaglia e hai dimenticato altro, l’altro, altre cose importanti, e poi ti tocca correre indietro a riprenderti la vita, quella vera, fatta di salti nel buio, di errori e di mancanze, e soprattutto di vicinanza a chi é rimasto indietro e che ti aspetta per avere la tua mano e percorrere insieme la strada meravigliosa della vita.
Io alla perfezione ci penso come mi ha insegnato la mia madre spirituale Lilia una meravigliosa anima/donna di 87 anni che abita il Don Palla, mi dice sempre questa parabola ” un uomo dice a Dio: Signore ti ho offerto, il mio denaro, il mio tempo, la mia casa, i miei amori tutto quello che ho, ma sento che non basta, cosa vuoi ancora!? Il Signore rispose: i tuoi limiti.”
La mia Cara Lilia mi insegna che la perfezione è semplicemente imparare ad offrire a Dio i propri limiti, a Dio non serve quello che ho (praticamente nulla), se nel mio cammino imparo questo a Dio basta perché lui mi ama e il resto viene a da sé, mi sono accorto però che è la cosa più difficile, e Lei mi dice “Anima! Ma è un cammino cosa pretendi! ogni giorno un passo, guarda che alla fine Gesù è venuto da noi per insegnarci questo, Lui che è Dio si è Fatto uomo e ha preso i nostri limiti e li ha offerti al Padre e cosa è successo poi? È risorto
Questa è la mia idea di perfezione
Buona giornata Don Sà