Possiamo dire che Dio è schierato? Un giorno gli ebrei erano schiavi in Egitto. Dice così il testo di esodo: “Ho visto, ho visto l’afflizione del mio popolo che è in Egitto, e ho udito il grido che gli strappano i suoi oppressori; perché conosco i suoi affanni; e sono sceso per liberarlo dalla mano degli Egiziani. E gli ebrei ogni anno salivano a Gerusalemme per la festa di pasqua e alzavano il loro grido di popolo, e lodavano Dio perché li aveva liberati, perché aveva ascoltato il loro grido. Si, Dio è schierato dalla parte del povero, dell’oppresso, dell’esiliato, del peccatore. Dio ha pensato bene fin dall’inizio di ascoltare il grido del popolo oppresso, non credo che perda tempo ad ascoltare il grido dell’oppressore. Ma c’è di più: ecco le parole di Elie Wiesel: (1928-2016), ebreo sopravvissuto ai campi di concentramento nazista e premio Nobel per la pace nel 1986, Egli narra dell’esecuzione all’impiccagione di due adulti e di un bambino, a cui dovettero assistere i detenuti. I due adulti gridarono: «Viva la libertà!» e morirono subito. Il bambino invece taceva: «Più di una mezz’ora restò così, a lottare fra la vita e la morte, agonizzando sotto i nostri occhi. E noi dovevamo guardarlo bene in faccia. […] Dietro di me udii il solito uomo domandare: – Dov’è dunque il tuo Dio? E io sentivo in me una voce che gli rispondeva: – Dov’è? Eccolo: è appeso lì, a quella forca…». Alla domanda “Dov’è Dio?”, Elie Wiesel sembra rispondere: è Dio stesso la vittima, è lui che muore nel bambino innocente e con il bambino muore l’idea stessa di umanità. Dio oggi sta dalla parte di chi è oppresso ed esiliato. Mi domando oggi dove Dio sta. Quale popolo ha scelto. Non credo che ha scelto un popolo, ha semplicemente scelto di stare dalla parte di chi grida il suo dolore.
Lo spero davvero che sia lì a consolare gli affranti, in ogni dove siano nati e cresciuti, qualsiasi tradizione o religione li abbia temprati per credo o per nascita. Ovunque c’è dolore, non li abbandoni e mantenga la speranza, c’è chi lo chiama in altri modi, c’è chi crede che Gesù é solo un profeta perché così gli hanno insegnato, c’è chi aspetta ancora la sua venuta, e chi invece lo ha voluto riconoscere nella sua umanità, ma tutte queste differenze non devono essere un freno all’umanità umana e alla mano di Dio che salva in ogni lingua il grido di aiuto dei popoli oppressi.
Quando i miei bambini mi chiedono: ma se Dio esiste perché permette questo? Io rispondo che lui ci ha donato la libertà di scelta e che pultroppo taluni hanno deciso di non assomigliargli, di tradirlo e di fare del male, e lui non può fermare tutto il male da solo, e spetta a noi essere dalla parte del bene e aiutarlo a salvare il mondi dalle cattoveria umana. E non posso certo dire loro che ciò che succede a Gaza possa essere una guerra giusta, perché la vendetta é un sentimento orribile, anche se presente nell’uomo, e che questa vendetta sta coinvolgendo degli innocenti, e non posso dire loro di voltare la testa e fare finta di nulla, magicamente e spontaneamente i bambini se vedono le bombe su ospedali e scuole si preoccupano dei bambini come loro, cosa dovrei dire, non basta nominare la vendetta per l’atto terroristico del 7 ottobre per far scomparire dai loro occhi innocenti altri 120 giorni di odio e di morte. I numeri non tornano: quando penseranno che la vendetta potrà dirsi conclusa? Posso fidarmi della rabbia di Dio che é misurata, ma la rabbia dell’uomo non si ferma uccidendo, la vendetta non ha mai fine, perché non é la strada giusta per placare il dolore.
Per questo Dio è carità… come la carità che non si pratica e si esprime solo con una categoria ma con i poveri e gli oppressi di ogni tempo e di ogni parte