Ho resistito a questo commento perché so che mi caccio nei guai. Ma adesso ci provo. C’è un valico in un punto disperso nel mondo che è diventato il centro del mondo. È il valico di Rafah. È diventato talmente famoso che non vale la pena di stare qui a commentare di che cosa si tratta. Comunque, è l’unico valico di entrata e di uscita per sta dentro a Gaza e che permette di uscire e di arrivare in Egitto. In 40 km di striscia, la famosa striscia di Gaza, è l’unico passaggio possibile, il resto del confine di Gaza da 16 anni tutto bloccato. E così ci troviamo con: il valico di Rafah si apre, il valico non si apre, lo vogliamo aprire ma è da sistemare perché è stato bombardato. Non lo vogliamo aprire perché… apre domani, forse. E così ci troviamo da una parte del valico una fila di Camion pronti ad entrare per portare aiuti e dall’altra parte gente che grida la sua rabbia e implora pietà. Da noi hanno chiuso il valico della famosa rotta balcanica, ho letto che adesso passeranno per boschi e montagne. Quando andavo per le dolomiti facevo a piedi e con l’auto 3,4,5, 6 valichi in una giornata, tutti aperti, tutti ben transitabili. Oggi chiudiamo tutto. Poi ci sono i valichi delle porte di casa, chiusi agli estranei. Poi ci sono i valichi del cuore che chiudono le relazioni e te lo annunciano come una grande conquista via social. Mio padre e mia madre mi hanno insegnato che di fronte al soffrire umano, cadono tutte le barriere, tutti gli ostacoli, tutte le chiusure. Qui abbiamo un valico chiuso e grida di dolore che si alzano al cielo e noi umani abbiamo perso il senso della pietà e abbiamo chiuso tutti i valichi della vita, del mondo e della pietà umana. quella pietà umana che chiede di aprire i confini per accedere alle sofferenze umane e di andare incontro al dolore umano.
Quanta tristezza e quanto dolore portano i valichi chiusi, le porte chiuse, i muri di separazione, i nostri cuori chiusi all’ascolto delle grida che si levano e chiedono cibo, acqua, medicine, protezione, giustizia, pace….Per una vita normale. Una vita come la mia, come la tua, fatta di lavoro dignitoso che ti permette di crescere la tua famiglia, i tuoi valori, la tua appartenenza ad un mondo che ci accoglie alla vita ovunque siamo nati! Tutti, indistintamente. Ma è il dove che poi fa la differenza: di qua o di là da un muro? Da una porta? Da un mare? Da un valico?
Hai fatto bene a non resistere più…bisogna unirsi compatti perché quello che succede ai valichi, la disperazione deve essere a conoscenza di tutti, perché quelle barriere chiudono l’umanità e siamo tutti coinvolti in questo dolore, siamo tutti migranti, siamo tutti popolo che cerca un posto migliore, siamo tutti fratelli, ognuno con il suo Dio e le sue preghiere. Uniamo la nostra preghiera con quella delle altre grandi religioni, deve innalzarsi nel mondo perché non ci si permetta più di usare le differenze , la religione , i colori, per dividere