Qui non voglio parlare del fatto che io a volte, anzi quasi sempre cerco una via per essere riconosciuto in quello che faccio. In questo sono esperto, anche se ultimamente sono più tranquillo su questo versante. Oggi non mi interessa il riconoscimento, magari ogni tanto sì, ma sono molto più sereno di un po’ di tempo addietro. Il riconoscimento di cui voglio parlare io è di altro tipo. Leggo che sono stati spostati il 3% delle spese sulla sanità in particolare sulla psichiatria sul capitolo spesa per le armi. Mi sembra che oggi il grande tema è invece riconoscere che esiste una palese difficoltà per chi non ha grandi economie famigliari a sostenere le eventuali spese se per caso c’è in casa una persona malata. Quando parlo di riconoscimento intendo proprio questo. La capacità di riconoscere e di intervenire la dove le persone fanno più fatica a vivere, a sostenere la vita. Sogno se parlo che in caso di una famiglia che porta al suo interno la fatica della malattia, qualsiasi essa sia, si debba in qualche modo riconoscere che proprio questa va aiutata e sorretta? Per chi non ha problemi economici questo problema non si pone, ma per chi annaspa nella gestione della vita quotidiana il problema si pone eccome. Si può pensare ad un’economia del dono che venga in soccorso di tutte queste famiglie? Non è anche questo un salire al piano superiore della vita? il riconoscimento vero di queste condizioni di fatica economica deve iniziare da un salario generoso, che superi quello previsto dal normale mercato del lavoro. Perché in ogni società i salari dei poveri non sono mai giusti anche quando fatti dal mercato – il mercato è immagine quasi perfetta dei rapporti di potere che reggono una società. Riconoscere un lavoratore povero significa prima di tutto riconoscergli un salario più alto di quello “normale”, perché il salario normale sarebbe insufficiente. Qui il dono diventa doveroso affinché i salari possano diventare giusti. Un dono per chi è in difficoltà e non potrà mai pagarsi lo specialista, lo psicologo, il fisioterapista, il consulente, magari anche un insegnate. Questo mi sembra stare al piano superiore della vita. questo è pensare alla fraternità del domani. non pensare al merito ben retribuito, ma alla persona che ho davanti.