lunedì 27 marzo

di | 26 Marzo 2023

Esodo 38,1-31

Fece l’altare per gli olocausti di legno di acacia: aveva cinque cubiti di lunghezza e cinque cubiti di larghezza: era quadrato, con tre cubiti di altezza. 2Fece i corni ai suoi quattro angoli: i corni costituivano un sol pezzo con esso. Lo rivestì di bronzo. 3Fece anche tutti gli accessori dell’altare: i recipienti, le palette, i vasi per l’aspersione, le forcelle e i bracieri; fece di bronzo tutti i suoi accessori. 4Fece per l’altare una graticola di bronzo, lavorata a forma di rete, e la pose sotto la cornice dell’altare in basso: la rete arrivava a metà altezza dell’altare. 5Fuse quattro anelli e li pose alle quattro estremità della graticola di bronzo, per inserirvi le stanghe. 6Fece anche le stanghe di legno di acacia e le rivestì di bronzo. 7Introdusse le stanghe negli anelli sui lati dell’altare: servivano a trasportarlo. Fece l’altare di tavole, vuoto all’interno.
Fece il bacino di bronzo con il suo piedistallo di bronzo, impiegandovi gli specchi delle donne che venivano a prestare servizio all’ingresso della tenda del convegno.
9Fece il recinto: sul lato meridionale, verso sud, il recinto aveva tendaggi di bisso ritorto, per la lunghezza di cento cubiti. 10C’erano le loro venti colonne con le venti basi di bronzo. Gli uncini delle colonne e le loro aste trasversali erano d’argento. 11Anche sul lato rivolto a settentrione vi erano tendaggi per cento cubiti di lunghezza, le relative venti colonne con le venti basi di bronzo, gli uncini delle colonne e le aste trasversali d’argento. 12Sul lato verso occidente c’erano cinquanta cubiti di tendaggi, con le relative dieci colonne e le dieci basi, gli uncini delle colonne e le loro aste trasversali d’argento. 13Sul lato orientale, verso levante, vi erano cinquanta cubiti: 14quindici cubiti di tendaggi, con le relative tre colonne e le tre basi alla prima ala; 15quindici cubiti di tendaggi, con le tre colonne e le tre basi all’altra ala. 16Tutti i tendaggi che delimitavano il recinto erano di bisso ritorto. 17Le basi delle colonne erano di bronzo, gli uncini delle colonne e le aste trasversali erano d’argento; il rivestimento dei loro capitelli era d’argento e tutte le colonne del recinto erano collegate da aste trasversali d’argento. 18Alla porta del recinto c’era una cortina, lavoro di ricamatore, di porpora viola, porpora rossa, scarlatto e bisso ritorto; la sua lunghezza era di venti cubiti, la sua altezza, nel senso della larghezza, era di cinque cubiti, come i tendaggi del recinto. 19Le colonne relative erano quattro, con le quattro basi di bronzo, i loro uncini d’argento, il rivestimento dei loro capitelli e le loro aste trasversali d’argento. 20Tutti i picchetti della Dimora e del recinto circostante erano di bronzo.
21Questo è il computo dei metalli impiegati per la Dimora, la Dimora della Testimonianza, redatto su ordine di Mosè a opera dei leviti, sotto la direzione di Itamàr, figlio del sacerdote Aronne. 22Besalèl, figlio di Urì, figlio di Cur, della tribù di Giuda, eseguì quanto il Signore aveva ordinato a Mosè; 23insieme con lui Ooliàb, figlio di Achisamàc, della tribù di Dan, intagliatore, decoratore e ricamatore di porpora viola, porpora rossa, scarlatto e bisso.
24Il totale dell’oro impiegato nella lavorazione, cioè per tutto il lavoro del santuario – era l’oro presentato in offerta – fu di ventinove talenti e settecentotrenta sicli, in sicli del santuario. 25L’argento raccolto, in occasione del censimento della comunità, pesava cento talenti e millesettecentosettantacinque sicli, in sicli del santuario, 26cioè un beka a testa, vale a dire mezzo siclo, secondo il siclo del santuario, per ciascuno dei sottoposti al censimento, dai vent’anni in su. Erano seicentotremilacinquecentocinquanta. 27Cento talenti d’argento servirono a fondere le basi del santuario e le basi del velo: cento basi per cento talenti, cioè un talento per ogni base. 28Con i millesettecentosettantacinque sicli fece gli uncini delle colonne, rivestì i loro capitelli e le riunì con le aste trasversali. 29Il bronzo presentato in offerta assommava a settanta talenti e duemilaquattrocento sicli. 30Con esso fece le basi per l’ingresso della tenda del convegno, l’altare di bronzo con la sua graticola di bronzo e tutti gli accessori dell’altare, 31le basi del recinto, le basi della porta del recinto, tutti i picchetti della Dimora e tutti i picchetti del recinto.

Commento

Sempre su questa questione del fare voglio tentare un’ulteriore riflessione. La nostra civiltà è la civiltà della ragione che guida e governa tutto il mondo. In questi testi emerge un’altra realtà che non prescinde dalla ragione ma che integra la ragione dentro un ulteriore passaggio. Si tratta del lavoro manuale legato, collegato alla ragione. Noi conosciamo il mondo non perché ci facciamo sopra dei ragionamenti di senso, ma perché partendo da una manualità, dal lavoro manuale riusciamo a recuperare il senso di quello che facciamo. Questi uomini e donne dediti al lavoro di costruzione della tenda del convegno o tenda dell’alleanza eseguono un lavoro con le mani e attraverso questo riscoprono il senso di quanto stanno facendo. Conosciamo il mondo toccandolo, lo abitiamo con le mani. Sono esse il primo linguaggio che dà nome alle cose, le plasma, le trasforma, il primo strumento con cui entriamo in contatto con l’esistenza, con la vita, con gli altri. Da bambini, da adulti, da vecchi, da malati, sempre. Anche quando le mani non si muovono più continuiamo a immaginare la realtà come se le avessimo, e a conoscerla «toccandola». Anche quando siamo immobili in un letto e riusciamo a scrivere poesie e preghiere con il movimento della sola pupilla. Cosa vuol dire questo. Che siamo chiamati a trasformare il mondo con le nostre mani, ma lo dobbiamo trasformare secondo un disegno particolare che è custodito dentro la tenda dell’alleanza, cioè dentro un disegno che ci parla dell’amore di Dio per l’uomo  e della cura dell’uomo per il creato.

Preghiamo

Preghiamo perché possiamo avere sempre cura del creato.

2 pensieri su “lunedì 27 marzo

  1. Elena

    È bello come un’intera comunità si sia spesa, adoperata e resa disponibile per un’opera di grande talento ed impegno. La condivisione porta qualcosa a ciascuno e quel qualcosa è di tutti. Ogni abilità è a servizio.
    Mi sorprende e mi piace pensare che ciò sia possibile anche oggi. Il lavoro di tutti, l’impegno di tutti per un bene più grande. Un bene per tutti… Una gratuita condivisa. Lavori ed arti preziose per qualcosa di bello e di buono. Qualcosa che parta dalla terra per elevarsi al cielo…
    È possibile oggi, mio Signore?

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  2. srAlida

    Chiamati a trasformare il mondo con le nostre mani….. In un disegno dell’amore di Dio che da senso al nostro agire e da ali al nostro cuore. Preghiamo per la cura del creato. Chiedo ancora un ‘accorata preghiera per Marta. Grazie

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