martedì 24 gennaio

di | 23 Gennaio 2023

Esodo 12,15-20

Per sette giorni voi mangerete azzimi. Fin dal primo giorno farete sparire il lievito dalle vostre case, perché chiunque mangerà del lievitato dal giorno primo al giorno settimo, quella persona sarà eliminata da Israele.16Nel primo giorno avrete una riunione sacra e nel settimo giorno una riunione sacra: durante questi giorni non si farà alcun lavoro; si potrà preparare da mangiare per ogni persona: questo solo si farà presso di voi. 17Osservate la festa degli Azzimi, perché proprio in questo giorno io ho fatto uscire le vostre schiere dalla terra d’Egitto; osserverete tale giorno di generazione in generazione come rito perenne. 18Nel primo mese, dal giorno quattordici del mese, alla sera, voi mangerete azzimi fino al giorno ventuno del mese, alla sera. 19Per sette giorni non si trovi lievito nelle vostre case, perché chiunque mangerà del lievitato, quella persona, sia forestiera sia nativa della terra, sarà eliminata dalla comunità d’Israele. 20Non mangerete nulla di lievitato; in tutte le vostre abitazioni mangerete azzimi””.

Commento

 Vengono date le prescrizioni con cui si deve celebrare il rito pasquale. In questo caso si tratta di prendere in considerazione la questione dei pani azzimi. Per 7 giorni mangerete pani azzimi e il primo giorno farete sparire dalle case tutto il lievito. Sembra che la festa degli azzimi e la festa della pasqua in qualche modo coincidono. Il 15 di nissàn è sia il giorno in cui si consuma la Pasqua sia il primo giorno degli Azzimi. Tutto il periodo, era chiamato dagli ebrei Pasqua, tanto che in Lc 22:1 è detto: “La festa degli Azzimi, detta la Pasqua”. Sono riti molto simbolici. Che cosa ci vogliono dire? L’uscita dall’Egitto coincide con la grande festa di Pasqua, ma anche con la memoria del tempo di afflizione della schiavitù d’Egitto. I due momenti devono essere tenuti insieme. l’agnello è il simbolo della pasqua, mentre il pane azzimo, senza lievito ricorda il tempo amaro della schiavitù. Il pane non lievitato rammentava l’afflizione e la schiavitù da cui erano stati liberati da Dio. Dovevano rendersi conto e riconoscere, non dimenticandolo, che la loro libertà (personale e nazionale) la dovevano a Dio e che questa libertà è passata dentro il tempo della schiavitù e del tempo dell’afflizione. La parola sacra può sembrare spietata, ma è la parola che racconta il mondo e la vita e l’opera di Dio. Quindi è giusto che vada letta nella sua interezza e non soltanto in quelle pagine che sembrano belle..

Preghiamo

Preghiamo per tutti i genitori

2 pensieri su “martedì 24 gennaio

  1. Elena

    Fare memoria. Tenere memoria del tempo e nel tempo. I simboli e i riti ci aiutano a non dimenticare una storia di uomini legata a Dio e legata alla salvezza, filtrata attraverso il dolore, il cammino, la scelta, la fatica, l’attesa, la speranza, talvolta la morte. Una promessa…
    Non è la storia di ogni esodo che si affida al Dio della vita?

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  2. Anonimo

    Fare memoria è importante .. Condivido la vostra riflessione, non aggiungo altro e prego con voi, per tutti i genitori…

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