La neve è arrivata. In ritardo rispetto alle previsioni, ma è arrivata. Non mi interessa la neve in sé. E’ bello vederla scendere dal cielo. Non è stata tanta, un po’ ha imbiancato, ma non è questa la questione vera che mi interessa. Il vero tema è legato alla parola ritardo. La neve è arrivata in ritardo. Cerco di essere il più puntuale possibile e mi sembra anche di riuscirci abbastanza. in genere sono puntuale. La questione del ritardo – puntualità mi è stata letteralmente cacciata in testa da don Roberto. Lui si che era puntuale. Mi diceva: se mi dici che vieni a cena per le 19 o pranzo per le 12 non puoi arrivare con 20 minuti di ritardo sempre. Era un suo chiodo fisso. non è rispettoso, diceva lui, della persona che aspetta. Siamo in ritardo sulla questione ambientale, ma di questo parlerò un’altra volta, oggi voglio parlare dei nostri ritardi. Viviamo sempre in perenne ritardo sulla tabella di marcia che ci siamo dati all’inizio della giornata e così ci accorgiamo che alla fine della giornata il ritardo accumulato è troppo. 10 minuti di ritardo alla prima riunione, 20 minuti di ritardo ad un colloquio, poi fuggo via di corsa perché almeno alla messa devo arrivare puntuale. Poi un incontro veloce e un ritardo sulla cena che diventa il ritardo sull’ultima riunione e per finire la giornata, visto che le riunioni si allungano a dismisura chi ha più voglia di una lettura o di una preghiera. Chi dice di saper programmare tutto è sempre in perenne ritardo. Torno a ripeterlo don Roberto era tassativo su questa questione, l’unica variabile che ti lasciava era quella di avvisare in caso di ritardo. Posso dire che lui mi ha ficcato bene in testa questa faccenda del ritardo – puntualità e lo ringrazio molto. Lo ripeto: non sono in genere uno che arriva tardi, capita a volte e se capita, sull’insegnamento di don Roberto avviso. La neve è arrivata in ritardo, ma mi ha allietato il cuore. quando arrivo tardi la cosa mi fa arrabbiare e non ho cerco più giustificazioni. Quando arrivano tardi gli altri mi arrabbio e basta.