Quanto apro gli alveari e controllo le api mi rendo conto che ci vuole delicatezza, saggezza e precisione. Qualità che io non possiedo in massima misura. forse le possedeva quest’uomo che vedete nella foto e che ci ha lasciato da un anno, Davide Sassoli. E così quando entro nell’orto: delicatezza, saggezza e precisione. E quando cammino nel bosco: delicatezza, saggezza e precisione. Per delicatezza intendo la capacità del rispetto, del non fare del male. l’immagine contraria della delicatezza può essere quella di un caterpillar che entra e sconvolge tutto. Per saggezza intendo quell’arte che mi permette di vedere il problema e di saperlo risolvere senza fare del male, ma prendendomi cura. L’immagine contraria della saggezza è l’intelligenza di chi sa tante cose, ma non arriva mai alla cura dell’altro. Per precisione intendo l’arte di chi sa fare le cose giuste, con calma, con attenzione. L’immagine contraria della precisione sono quei tavoli di lavoro dove tutto è ammassato in modo confuso. Ho già detto che non possiedo pienamente queste tre arti, ma ci provo, so che è importante. E quando serve delicatezza, saggezza e precisione nell’uso delle parole? Oppure nella cura di un malato, o ancora nell’insegnare a scuola o nel fare un predica? Chissà perché pensiamo invece che servono forza, intelligenza e magari tanta eccedenza di cose che alla fine creano confusione. Ma serve delicatezza, saggezza e precisione anche quando si lavora a fianco di una persona. Poi magari unendo le forze si può diventare anche forti della fortezza che porta il nome di carità. Cerco di orientare sempre la mia vita verso queste tre qualità, ma vi garantisco che sono poco delicato, che sono poco saggio e che sono poco preciso. Eppure riesco a camminare ogni giorno grazie anche a queste tre qualità che mi sono messo in testa di praticare.