Che possa essere una sera obbediente, una sera che conduce ad una notte serena, che non mi agita per le tante questioni. Una sera obbediente è quella sera che mi permette di dire vado tranquillo e sereno verso il termine della mia giornata perché ho obbedito alla vita, alla mia vocazione, a quanto mi veniva chiesto da Dio che è Padre. Non intendo un’obbedienza vuota e ossequiosa, ma capace di dialogare e capace anche di arrendersi a qualcosa di più grande rispetto a tutto quanto ho sognato, progettato, pensato, lavorato. Guardo verso la grotta della madonna di Lourdes qui a Rosciano e vedo che è già nel vespero della sera, anzi mi sembra ormai vicina alla notte. Guardo da lontano quella grotta e chiedo solo una notte serena per chi è in guerra, per chi non ha una casa, per chi è solo, per chi è sul mare con una barca che rischia di affondare. questo pregare per mi accorgo che rischia di essere una preghiera di un privilegiato, in fin dei conti io prego per la serenità di chi non ha niente quando io invece ho tutto, o perlomeno tanto. E allora cambio la preghiera: in questa notte che viene donami di sentire su di me tutta la necessità di vivere quell’obbedienza che ricerca e costruisce la fraternità universale e la giustizia del vangelo. Domani la serena obbedienza di chi prega per i poveri, ma impara a condividere la vita con i poveri. Non una preghiera per i poveri, ma una preghiera con i poveri. Concedimi una notte serena di chi più cantare così: “mio fratello che guardi il mondo e il mondo non somiglia a te, mio fratello che guardi il cielo e il cielo non ti guarda. Se c’è una strada sotto il mare prima o poi ci troverà, se non c’è strada dentro al cuore degli altri prima o poi si traccerà.” Una preghiera laica di Ivano Fossati pensando a chi stanotte sarà sotto un cielo al freddo, mio fratello che guardi il cielo fa che possa obbedire alla vita che mi chiede di stare accanto a te.