Per ascoltare il silenzio devi prima passare dentro il rumore. Frase che prendo da un romanzo molto bello che ho finito di leggere. Il romanzo si intitola lascia che il mondo giri di McCann. Ci penso un attimo a questa frase mi sembra scontata, adatta per le circostanze. Ma poi mi rendo conto che non è poi così scontata. È vero, io alterno rumore e silenzio. il rumore è il mio quotidiano. Il silenzio è l’intimità del mio cuore. Ho bisogno di uno e dell’altro. Ho bisogno di rumore quotidiano e di silenzio intimo. Mi servono tutti e due. Rumore e silenzio. Il rumore mi serve per macinare chilometri di strade, di parole, di idee, di incontri, di telefonate, di lavoro. il silenzio mi serve per raccogliere tutto in un attimo di preghiera silenziosa, di attenzione al mio cuore; il silenzio mi serve per non perdermi tra le strade degli uomini. Ma il silenzio mi serve anche per altro. Diciamola così: il silenzio mi serve per decidere, per scegliere, per rimettere in fila la vita e tutte le questioni che si ingarbugliano. Io avanzo incespicando nella vita, non ho il passo certo e sicuro. E ogni volta che incespico produco un gran rumore. Sembra che ho fatto tutto io, in realtà sono solo inciampato. I miei passi sono incerti ed io mi muovo con questi passi incerti. E allora il silenzio mi rimette in sesto, mi rimette in piedi, mi aiuta a rilanciare il mio passo incerto. È come un pendolo. come quel pendolo che ci è rimasto in casa, eredità dei nonni, anzi l’unica eredità dei nonni,niente di più di un pendolo. Quel pendolo mio padre aveva più volte tentato di sistemarlo, andava per un po’, poi si fermava. Ad un certo punto mio padre ha smesso di sistemarlo, lasciandolo appeso al muro per ricordarci che quel pendolo era l’eredità dei nonni, ma forse mio padre l’aveva lasciato li appeso al muro per ricordarci che il movimento della vita era come il movimento di quel pendolo. Da una parte all’altra, prima a destra poi a sinistra. La mia vita è così: non segue una via retta, segue il movimento del pendolo dei miei nonni. Prima rumore e poi silenzio e poi ancora rumore e poi silenzio. Il tutto segnato da un passo incerto. Lascio andare il mondo e io mi soffermo sul mio movimento tra rumore e silenzio. La mia vita non è un bivio continuo, ma un pendolo che si muove in continuazione. Tra rumore e silenzio. Tra nostalgia e speranza. Tra desiderio e regressione. E sotto di me il mondo scorre e va per la sua strada. Ed io ci cammino sopra, sperando un giorno di afferrare il segreto di questo moto perpetuo che è il mondo, un moto perpetuo che è anche la mia vita.