Non ci capisco molto di quanto succede qui attorno, sia al clima, che all’umanità. Solo qui attorno a me, perché se allargo e allungo lo sguardo ci capisco meno ancora. E il non capire bene fuori di me, vuol dire alla fine non capire niente dentro di me. Piove, ma fa caldo, almeno a me non sembra che ci sia freddo. È nuvolo, ma non mi sento in autunno. A parte la pianta di cachi non vedo un granché di autunno attorno a me. E se poi guardo l’umanità attorno a me sono tutti presi dalle loro piccole grandi questioni e sono tutti indaffarati attorno ad un quotidiano che non si può domare, ma che ci fa fare salti mortali tutti i giorni. Non ci capisco molto. Continuo a segnare cose sul mio calendario. Non uso più l’agenda. Mi sono abituato ad usare quella del telefono, lo anche sincronizzata con quella del pc. Tutto perfetto quindi… no non c’è niente di perfetto. L’imperfetto non sta nel pc o nello smartphone, l’imperfetto sta nel quotidiano riempito di cose e di rincorse. Questo è il quotidiano, sono gli eventi quotidiani. Poi succede l’evento raro. È successo in questi giorni con le foglie rosse, con la luce del sole che illuminava le piante di coloro oro. Succede raramente, ma quando succede devo essere pronto ad afferrarlo. Gli eventi rari di questo tipo sono consolazione pura. E poi succede quando, come oggi, un figlio stampa un bacio sulla guancia della mamma. Succede sempre direte voi. Certo che succede sempre, ma diventa evento raro quando il bacio del figlio diventa occasione di tenerezza della mamma; infatti la madre guarda il figlio e da una carezza sul suo volto. Si è abbassata, si è inchinata. Resto sempre sorpreso dell’evento raro di un gesto d’amore che scardina il nostro affannoso quotidiano. Quel gesto ha saputo esprimere umanità. La luce dorata di ieri non è passata invano, una madre e un figlio hanno raccolto quella luce e hanno trasformato un gesto normale in un gesto di tenerezza. A volte succede che si può vedere la vita nella sua totale dedizione, nella sua totale nudità di affetti, senza nessuna costruzione effimera, senza nessuna costruzione di immagine costruita; rimane lì sola, nella verità di un atto autentico. Non c’è nulla di forzatura in quel gesto che ho visto. Ho provato ad immaginare che quel bacio poteva essere anche un bacio di perdono e quella carezza poteva essere una carezza di perdono, evento raro anche questo. Ma è accaduto e questa rarità del bacio, della carezza, del perdono anche se merce rara è necessaria come l’aria per vivere