Di unità, di comunione, di ascolto tutti ne parlano, ma vi è come una grande lentezza nel prendere decisioni. Si passa da un perenne stato di ascolto, ad un altro di perenne stato di indecisione, di valutazione, di ripensamento e poi ancora di un altro ripensamento. Questa questione la vedo bella chiara nel tempo del sinodo della chiesa. Lunghi tempi di…. non sono bene come chiamarli questi lunghi tempi, per poi lasciare tutto come prima. il vangelo di oggi viene in soccorso a questa mia riflessione. Oggi ci viene proposta la parabola dell’amministratore disonesto. Non si tratta di fare l’elogio dell’uomo disonesto che alla fine se la cava sempre in qualche modo. La parabola mette in evidenza un’abitudine presente in Palestina al tempo di Gesù. I grandi proprietari terrieri, per lo più stranieri, avevano alle proprie dipendenze degli amministratori locali, ai quali lasciavano grande libertà e piena responsabilità: loro compito era di realizzare per il padrone il profitto pattuito, ma, una volta assicurato questo profitto, avevano anche la possibilità — maggiorando il prezzo — di realizzare guadagni personali. Questo era consentito. Si può dunque pensare che il fattore — nell’intento di procurarsi amici che lo avrebbero aiutato nei momenti di difficoltà — abbia semplicemente rinunciato alla propria parte di profitto, senza danneggiare il padrone. Ma non credo che questa è l’intenzione ultima di questa narrazione. Mi sembra che l’intento viene proprio incontro a quanto sto dicendo: la lentezza nel decidere e nel fare. Gesù vuole che ci si lasci impressionare dalla prontezza e dalla furbizia con cui il fattore cerca — senza un attimo di esitazione — di mettere al sicuro il proprio avvenire. Appena si accorge che il suo futuro è in pericolo, il fattore si mostra astuto, voltando a proprio vantaggio la difficile situazione in cui è venuto a trovarsi. Ebbene, il cristiano non dovrebbe essere altrettanto pronto, scaltro e risoluto nell’assicurarsi nel tempo presente il regno di Dio? Questo amministratore non è prudente, ma al contrario, allude a diverse caratteristiche: la lucidità di avvertire la gravità della situazione, la prontezza nel cercare una soluzione perché non ci saranno altre opportunità, il coraggio di prendere decisioni. Ecco qua gli elementi per camminare nell’unità: lucidità nel vedere il tempo difficile, la prontezza nel decidere e nell’agire. Attenzione, l’amministratore disonesto rinuncia a una parte del suo guadagno per non fallire. Non è che in questa lucidità di scelta per cercare unità dobbiamo rinunciare a quote di potere e di privilegi?
Grazie don!