Ma perché non ce la facciamo ad uscire dal merito? Perché alla fine le nostre categorie con cui valutiamo le cose e il mondo sono il merito? Perché tutto questo meccanismo non può essere scardinato. Oltretutto tale meccanismo produce un sacco di poveri e di scarto. Guardo il mondo che gira attorno alle cose che faccio quotidianamente. Non c’è niente di merito in tutto quello che vedo attorno e allora la domanda che mi faccio è: che futuro possono avere storie simili. Anche quelle degli adulti. Di quegli adulti che hanno dentro delle ferite dovute alla loro vita. Che merito hanno? Come possono ricostruirsi una storia decente? Mentre scrivo mi sento come impotente perché anche io alla fine di tutto vorrei inquadrare nel merito tutto questo. Merito e cambiamento potremmo dire. Ma chi deve cambiare? Non io di certo che ho già i miei meriti, ma chi nella vita arranca, a loro noi chiediamo di cambiare. Ma sono abbastanza certo che queste persone non cambieranno nella logica del merito, cioè secondo la mia logica, perché la loro struttura è fatta in altro modo che non contempla il merito. Addirittura in alcuni casi la prospettiva è solo questa: lo scarto E allora? E allora cerchiamo di tenerli dentro finché ci riusciamo poi diventano scarto.. il povero, il debole è colpevole, è demeritevole, e quindi riduco l’assistenza e la spesa sociale. Non vale pena che si creino le condizioni sociali e economiche per attivare progetti per loro, anche perché alla fine costano soldi. L’economia del dono cambia la prospettiva. Essa infatti ragiona così: il dono porta passione e questa non si paga, l’istituzione mi paga lo stipendio per le ore che lavoro, ma il di più è la mia passione, la mia creatività, la mia voglia di incontrare chi non ha meriti. Compito dell’economia del dono è cercare il bene di chi è povero, di chi è scarto. Non si fa filantropia dopo che si sono accumulati soldi e con quei soldi si aprono fondazione benefiche. Si fa filantropia quando ciascuno mette del proprio per andare oltre il merito. Sembra quasi che esista un tempo del lavoro e uno del dono, io credo che le due cose stanno insieme. Esiste un tempo del lavoro che diventa dono e un dono che è il mio lavoro. Ma di questo ne parleremo. il dono è una cosa seria, senza di esso il lavoro crollerebbe. il dono non valuta la persona, il dono guarda la persona.