Continuo in questa strana spiegazione della parabola dei talenti. Finora abbiamo visto come il padrone regala ai suoi servi talenti a dismisura se questi fanno fruttare i loro beni ricevuti. Nella logica che stiamo utilizzando ci accorgiamo di come tutti concorrono a far fruttare al meglio quello che hanno ricevuto. Ma quello che vedeva Gesù non era solo un moltiplicare i talenti, ma una moltiplicazione della povertà. Per aumentare la ricchezza devi come sfruttare qualcuno o qualcosa. Questa però è la pura economia del profitto. Ora arriva l’ultimo servo quello che aveva ricevuto un solo talento, poca roba e per di più non sa cosa fare per paura. Interessante la sua affermazione: Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Questo servo ha il coraggio di dire la verità: tu sei un padrone che pretendi di più di quanto io ti posso dare, tu sei il padrone che stai diventando ricco, e per fare questo tu mi porti via anche quello che non ho potuto fare. Lui ha il coraggio di affermare quella che è la vera realtà: la ricchezza del padrone è la mia povertà. Il nascondere quell’ unico talento è l’ultimo tentativo che fa quel servo per difendere quel poco che gli è rimasto per vivere. Forse Gesù ha assistito alla scena di chi veniva preso lui con tutti i suoi cari e quel poco che aveva perché non poteva pagare il debito del padrone. Ma l’economia del profitto questo non lo può riconoscere e allora dichiara: servo pauroso e fannullone. Sono le due categorie che tante volte buttiamo addosso ai giovani, ai poveri, agli immigrati: non hanno voglia di lavorare, hanno paura di tutto, non sono svegli e dicendo così giudichiamo e condanniamo un sacco di persone. Se penso a chi incontro io ogni giorno non posso dire fannullone e pauroso, posso solo dire che fatiche le loro storie. Certo a noi che siamo abituati solo al merito, al fare, al guadagnare questo ultimo servo non ci piace proprio. Eppure Gesù in quel servo svela la grande contraddizione del nostro tempo: il lavoro, il guadagno, il merito e la grande povertà.
Aspetto di capire….. finora ho capito poco….
Certo che facciamo dire e interpretiamo la Parola secondo quello che già vogliamo dire….
Penso che questa sia il nocciolo della questione umana.
Come essere, come fare con chi tra noi non riesce a cavarsela.
I motivi possono essere diversi: responsabilità personali, nascita, educazione, pessimi incontri, eventi naturali, disabilità…
Grazie don Sandro per cominciare a mettere a fuoco la questione