I volontari della cooperativa, dice un amico, tengono in piedi la cooperativa. Ed è vero. Fanno un sacco di cose, lo fanno con passione e poi suggeriscono idee. È vero anche loro contribuiscono a tenere in piedi la cooperativa. Poi vedo quelli che tengono in piedi un rifugio, quelli che tengono in piedi gli scouts, un orto didattico, una parrocchia, una festa di paese. Un po’ tutto è tenuto in piedi dai volontari. La domanda che mi faccio è questa: se è vero che i volontari tengono in piedi un sacco di cose, perché non riconoscere loro non soltanto un premio a Natale come buon volontario dell’anno o robe simili, ma riconoscere a loro la effettiva responsabilità che corrisponde al loro impegno. So che molti volontari vengono, fanno il loro servizio e poi finisce la storia, non cercano una responsabilità. Qualcuno mi dice che non le vuole perché è allergico a queste cose vuole essere libero. Qualcuno mi dice che ne ha avute tante di responsabilità e quindi non ne vuole più. Comunque rimane questo tema della valorizzazione delle responsabilità dei volontari. Attenzione non sto dicendo che i volontari non sono responsabili, anzi lo sono eccome. Ma come valorizziamo le loro idee, le loro capacità? possono avere un ruolo educativo dentro una struttura? Possono mettere a disposizione le loro competenze non solo per un servizio, ma anche per un progetto? Voi mi direte di sì, salvo poi smentire tutto questo perché alla fine di tutto i volontari quasi mai entrano nei processi di costruzione delle realtà per cui operano e offrono un servizio. Come fare? Non so bene come fare. Sicuramente essere riconoscenti a loro per quello che fanno. Forse provare a costruire con loro dei progetti in cui sono valorizzati e responsabilizzati. Forse dico io. il tema è complesso e provoca quasi sempre un corto circuito tra volontario e responsabili, dove il corto circuito è dato dal fatto che i volontari vorrebbero sapere di più, però tante volte faticano a prendersi responsabilità ( bella al riguardo l’espressione di un volontario. Io vengo ad aiutarti per passare un po’ di tempo libero) ma il corto circuito è dato anche dai responsabili che chiedono volontari e poi li lasciano un po’ in quel limbo che è l’assistenzialismo. È allora? Domani vediamo di continuare il discorso.
La parola chiave forse è “delega” che da una parte esprime “fiducia” dall’altra richiede “responsabilità “
Penso come Ettore..