Continuo con le belle storie, perché mi sembra importante sottolineare il bello, il positivo, perché si sembra importante non ridurci a sole lamentele e critiche. Chissà quante belle storie conoscete voi. Bisogna farne un buon bagaglio, un bel tesoro. Quella di oggi è una storia che mi dice come vale la pena di insistere nella vita, vale la pena di essere tenaci, anche se la tenacia non va confusa con la forza. La forza è brutale, la tenacia è vitale, la forza brucia il mondo, la tenacia costruisce il futuro. La storia come sempre è molto semplice e di storie come questa ne conosciamo a migliaia. Mi ricordo di tanti anni fa quando facevo un po’ di volontariato in piscina del seminario con un gruppo di ragazzi disabili. Mi aveva colpito la storia di una mamma con sua figlia. Lei con la sua famiglia aveva pensato un nome, un futuro per quella figlia che doveva nascere. Così fanno tutte le mamme e tutti i papà, cercano un nome, ma in quel nome cercano anche un futuro per i loro figli. Quando nasce i dottori avvertono la famiglia, la mamma in particolare, che la bambina era disabile e per di più grave. La prima cosa che fa la mamma cambia il nome che aveva pensato per la figlia. Non ricordo il nome sognato, mi ricordo bene il nome che le è stato dato. Si chiamava Emanuela. Perchè quel cambio di nome? La mamma me lo spiega così: Emanuela significa Dio con noi. Nella nostra casa con la nascita di nostra figlia non è arrivata la paura, ma la presenza Dio. In quel nome, in quella bambina, in quella disabilità la famiglia non ha visto un problema, ma addirittura la presenza di Dio. Emanuela Dio con noi. In un attimo, in quella nascita è cambiata tutta la prospettiva, il sogno , il futuro che i genitori avevamo pensato per Emanuela. E qui comincia la storia della tenacia, della costanza, dell’impegno quotidiano. La mamma ragionava così: se quella mia figlia è segno della presenza di Dio io devo dare il meglio per lei. Ho visto una storia di dedizione, di generosità, di coraggio, anche di sofferenza. Ho conosciuto tante storie come quella di Emanuela Dio con noi. Tante storie di genitori forti, coraggiosi, dediti nella generosità fino allo sfinimento per il loro figli. Non ho più a che fare con il mondo della disabilità, ma conosco tante mamme e papà dedite con coraggio nei confronti dei loro figli, naturali, adottivi, in affido. Ringrazio queste mamme e papà per la loro tenacia, e per la loro costanza. Io ho tutto da imparare da loro. Vi ringrazio di cuore. E se anche vostro figlio o vostra figlia non si chiama Emanuela o Emanuele ricordatevi che in ogni vostro figlio c’è un po’ del volto di Dio.