In queste storie belle in genere non citerò mai i nomi dei protagonisti, ma questa volta il mio amico Mauro se lo merita. È una storia antica, all’inizio della mia vicenda di prete, anzi a quei tempi ero ancora diacono e andavo in un paese a fare, come si dice servizio pastorale. Incontro Mauro e la sua famiglia in oratorio. Per intenderci Mauro era un adolescente con la sindrome di down. Diverso sì, ma migliore: un essere umano superiore più buono, in poche parole un angelo. Di lui e della sua famiglia ho perso tracce da tanti anni. Ma la bella storia è per me come l’inizio di tante belle storie, è la matrice di tante storie. D’estate andiamo in campeggio, io prete appena ordinato mi ritrovo in campeggio con tanti ragazzi e con Mauro e suo papà. Ricordo che Mauro mi faceva il chierichetto quando celebravo la messa, mi guardava e aveva imparato non a fare il chierichetto ma a celebrare la messa. Un giorno dopo la messa lui scompare io e il papà in giro a cercarlo. Niente da fare, Mauro scomparso. Mi viene un idea, vado nella cappellina dove ho celebrato la messa e lo trovo vestito da prete che si è mangiato tutte le particole. Il papà tutto preoccupato, e lui: ho mangiato tanto Gesù. Poi un giorno andiamo in gita. Meta la vetta dell’Arera. Diciamo una cima impegnativa. Viene anche Mauro. Lo trasciniamo fino in vetta e poi in cima vede la croce e dice: certo che tutta questa strada e questa fatica per una croce. Potevo stare a casa che ce ne sono tante di croci. Sapevo che era la persona più felice del mondo. Si torna a casa dal campeggio, io ricevo la mia destinazione e so che me ne andrò a Presezzo. Una sera mi trovo con Mauro e la sua famiglia per salutare tutti. Attorno al tavolo ci domandiamo: che cosa possiamo fare per continuare i bei giorni del campeggio, che cosa possiamo fare per aiutare Mauro, per renderlo felice. Nasce un’idea: creare un associazione per famiglie con ragazzi disabili. Io lancio l’idea, ci si trova con altri, si prepara uno statuto e poi io saluto perché vado in quel di Presezzo. L’associazione parte, si sviluppa ed oggi ancora dopo tanti anni è una grossa realtà a servizio di quel territorio. Io non più partecipato ad un incontro, ad una iniziativa, ogni tanto ne sento parlare come di una cosa bella. Bella storia nata in un campeggio, e attorno ad un tavolo, durante una cena. Ma le belle storie forse nascono così. Bella storia che si è consolidata nel tempo.