storie belle

Termino con le lettere di Geremia. Inizio con altre storie.  A volte raccolgo opinioni di persone che dicono che i giovani non si danno da fare, che non hanno idee e voglia. Io in genere li difendo. Poi sento dire degli adulti che non sanno come fare a educare i figli, che hanno perso tutti i valori. difendo anche loro. Posso proseguire dicendo la stessa cosa per la chiesa, per la società, per la politica, per lo sport. Per tutto. Anche io posso aggregarmi a quella folta schiera di persone che non riescono più a vedere il bene e non fanno altro che pensare che tutto va male. Non riescono a intravvedere storie belle. E la domanda che gira di fronte a questa questione più o meno è sempre questa: che cosa è successo? Perché siamo diventati così? Mi sembra che per come ci capisco io siamo come divisi tra coloro che non riescono a pensare e a vedere il bene e quelli che sono ottimisti di natura e quindi va sempre tutto bene. Io vorrei prendere una strada diversa. Vorrei far vedere che esistono cose belle, vorrei raccontare cose belle, storie invisibili che hanno operato e operano a favore del bene comune. Storie di giovani, di adulti di famiglie, di preti e di suore, di sportivi e politici. Storie belle.  La maggior parte delle storie che voglio raccontare sono storie che ho visto, non sempre vi ho partecipato in prima persona, certo mi sono come capitate tra le mani e le voglio raccontare perché è il bene c’è anche oggi, c’è nè in abbondanza e dobbiamo narrarlo, raccontarlo. Storie che mi hanno coinvolto, storie che mi hanno raccontato, storie insomma. Con queste storie belle vorrei come far fiorire un giardino in questo tempo di secca e l’anima, la rugiada che tiene in vita questo giardino sono proprio le storie belle. Non può seccare la vita se si raccontano storie belle, non può sfiorire un giardino se accanto a storie faticose si narrano anche storie belle. Chissà, magari qualcuno di voi potrà raccontare le sue storie belle. Pensate un po’: una parola del mattino che è una storia bella, un blog non per urlare ma per narrare storie belle, uno spazio non per affermarsi, ma per raccontare. Vi aspetto con le vostre storie belle.