Di solito scrivo la sera. Questa volta per stanchezza non ce la faccio alla sera e scrivo al mattino. Mi alzo, sento il vento, esco di casa e mi trovo un vento caldo addosso. Dicono che è il vento di foehn, il vento caldo. Guardo la temperatura e vedo che siamo a 15 gradi. e sono le 6 del mattino.Se la giornata continua così oggi arriviamo a 20 gradi. Arrivo a Rosciano e guardo le montagne niente neve. C’è un punto risalendo la tangenziale in cui riesco a vedere la Presolana niente neve nemmeno lì. E siamo al 22 dicembre. Qualcuno dice che è la stagione, niente di pericoloso. Tutto sotto controllo e nella norma delle stagioni. Sono coloro che negano che siano in atto cambiamenti climatici. E magari qualche potente per qualche voto in più si aggrega a questo coro. Altri per non perdere voti non dicono e non fanno niente. E chi lo dice è eco-terrorista. Se questo è il mondo mi sento di dire che il vento caldo di oggi non porta soltanto alte temperature, ma porta anche un vento di dolore. In quel vento caldo io sento arrivare addosso tutto il vento della insipienza umana, il vento caldo del dolore umano, per tutti i disastri, le violenze, le guerre, i profughi ambientali che scappano di casa, il vento caldo di dolore del rio delle Amazzoni che si prosciuga e che, dicono chi non vuole ammettere questi cambiamenti del clima, è un fenomeno naturale. Il vento caldo del dolore delle alpi senza neve, ma non perché non c’è neve per gli sciatore, non mi interessa molto questa questione, perchè è solo una questione commerciale. Il vento caldo di dolore per le alpi è dovuto al fatto che l’uomo proprio non capisce. Esco un attimo per vedere se riesco a gustare questo vento caldo, niente da fare non lo tollero proprio, mi fa venire in mente il vento di dolore del mondo. Anche il gatto faraone esce annusa l’aria e rientra, forse anche lui ha capito che non è stagione di vento caldo.