venerdì 4 aprile

di | 3 Aprile 2025

Ger. 49,1-22

1 Riguardo ai figli di Ammon.
Così parla il SIGNORE:
«Israele non ha forse figli?
Non ha forse erede?
Perché dunque Malcom prende possesso di Gad,
e il suo popolo abita nelle città circostanti?
2 Perciò ecco, i giorni vengono», dice il SIGNORE,
«in cui farò udire il grido di guerra contro Rabba dei figli di Ammon;
essa diventerà un mucchio di macerie,
le sue città saranno consumate dal fuoco;
allora Israele spodesterà quelli che l’avevano spodestato», dice il SIGNORE.
3 «Urla, o Chesbon, poiché Ai è devastata;
gridate, o città di Rabba, vestitevi di sacchi,
spandete lamenti, correte qua e là lungo le muraglie,
poiché Malcom va in esilio
insieme con i suoi sacerdoti e con i suoi capi.
4 Perché ti vanti delle tue valli,
della tua fertile valle, o figliola infedele,
che confidavi nei tuoi tesori e dicevi:
“Chi verrà contro di me?”
5 Ecco, io ti faccio venire addosso da tutti i tuoi dintorni il terrore»,
dice il Signore, DIO degli eserciti;
«voi sarete scacciati in tutte le direzioni,
e non vi sarà chi raduni i fuggiaschi.
6 Ma, dopo questo, io riporterò dall’esilio i figli di Ammon»,
dice il SIGNORE.

7 Riguardo a Edom.
Così parla il SIGNORE degli eserciti:
«Non c’è più saggezza in Teman?
Gli intelligenti non sanno più consigliare?
La loro saggezza è dunque svanita?
8 Fuggite, voltate le spalle, nascondetevi profondamente,
o abitanti di Dedan!
Poiché io faccio venire la calamità sopra Esaù,
il tempo della sua punizione.
9 Se dei vendemmiatori venissero da te,
non lascerebbero niente da racimolare.
Se dei ladri venissero di notte,
guasterebbero a loro piacimento.
10 Poiché io spoglierò Esaù,
scoprirò i suoi nascondigli,
ed egli non si potrà nascondere;
la sua prole, i suoi fratelli, i suoi vicini saranno distrutti,
ed egli non sarà più.
11 Lascia i tuoi orfani, io li farò vivere,
e le tue vedove confidino in me!»
12 Infatti così parla il SIGNORE:
«Ecco, quelli che non erano destinati a bere la coppa la dovranno bere;
e tu andresti del tutto impunito?
Non andrai impunito,
tu la berrai certamente.
13 Io infatti lo giuro per me stesso», dice il SIGNORE,
«Bosra diverrà una desolazione, un obbrobrio,
un deserto, una maledizione;
tutte le sue città saranno solitudini eterne».
14 Io ho ricevuto un messaggio dal SIGNORE,
un messaggero è stato inviato fra le nazioni:
«Adunatevi, venite contro di lei,
alzatevi per la battaglia!»
15 «Infatti, ecco, io ti rendo piccolo fra le nazioni,
disprezzato fra gli uomini.
16 Lo spavento che ispiravi, l’orgoglio del tuo cuore ti hanno ingannato,
o tu che abiti nei crepacci delle rocce,
che occupi la cima delle colline;
ma anche se tu facessi il tuo nido in alto come l’aquila,
io ti farò precipitare di lassù», dice il SIGNORE.
17 «Edom diventerà una desolazione;
chiunque vi passerà vicino
rimarrà stupito e si metterà a fischiare a causa di tutti i suoi flagelli.
18 Come avvenne al sovvertimento di Sodoma, di Gomorra e di tutte le città a loro vicine»,
dice il SIGNORE,
«nessuno più abiterà in questo luogo,
non vi risiederà più nessun figlio d’uomo.
19 Ecco, egli sale come un leone dalle rive lussureggianti del Giordano
contro il forte territorio;
io ne farò fuggire a un tratto Edom,
e stabilirò su di esso colui che io ho scelto.
Infatti chi è simile a me? Chi mi ordinerà di comparire in giudizio?
Qual è il pastore che possa starmi di fronte?»
20 Perciò, ascoltate il disegno che il SIGNORE ha concepito contro Edom,
i pensieri che medita contro gli abitanti di Teman!
Certo, saranno trascinati via come i più piccoli del gregge;
certo, la loro abitazione sarà devastata.
21 Al rumore della loro caduta trema la terra;
si ode il loro grido fino al mar Rosso.
22 Ecco, il nemico sale, fende l’aria, come l’aquila,
spiega le sue ali verso Bosra;
il cuore dei prodi di Edom, in quel giorno,
è come il cuore d’una donna in doglie di parto.

Commento

Ancora un elenco di popoli che in qualche modo sono legati a Israele e ancora una lunga descrizione di distruzioni e di angosce di popoli. Ammoniti e Edomiti sono popoli che con alterne vicende e con risultati non sempre scontati sono stati amici e nemici insieme di Israele. Geremia anche in questo caso constata che arroganza, superbia e autonomia di sé non hanno prodotto altro che male. Il pensiero di fondo di ciascuno di questi popoli è questo: chi potrà scagliarmi a terra? io sono sufficientemente forte da stare in piedi e conquistare tutto e tutti. Il giudizio Dio lo possiamo definire non un castigo ma un modo per ripristinare la giusta misura della vita: non ci può essere qualcuno che è così arrogante da pensare di poter stare sopra tutto e tutti. L’arroganza del superbo non può che essere rimessa al giusto posto. La meta dei folli uomini che tendono a credere, che possono tutto non può che finire non nell’alto dei cieli, ma nel basso del dolore provocato e ricevuto. L’ascensione alle cose grandi finisce con l’essere la caduta verso il basso se non rimane la giusta umiltà e capacità di rimanere al giusto posto.

Preghiamo

Preghiamo per Claudio.

2 pensieri su “venerdì 4 aprile

  1. sr Alida

    Nella vita ci vuole la giusta umiltà e la capacità di rimanere al giusto posto per non cadere in basso. Condivido sopratutto queste ultime righe da chiedere come dono nella preghiera per me, per Claudio, per ciascuno. Un ricordo al Signore per le vittime del terremoto, per quelle delle guerra con la rinnovata richiesta di pace e di salute per Papa Francesco.

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  2. Elena

    Tutto ciò che l’uomo costruisce, ciò in cui confida attraverso il possesso, il potere e la violenza finisce, non dura, viene devastato da chi è più forte, più potente, più violento. Questa la storia degli uomini. Allora come oggi. Chi vive con umiltà sa anche essere grato del poco, del piccolo, che diventa grande ai suoi occhi e nel suo cuore. Piccoli passi di giustizia, di umanità, di accoglienza, rendono forte il legame con Dio e con i fratelli. Allora ogni cosa viene letta attraverso sguardi semplici d’amore. Quell’amore in cui il Signore ci chiama e ci vuole con Sé.
    Prego con voi per Claudio e per le popolazioni devastate da calamità naturali.

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