Siracide 23 1, 1- 15
1 Signore, padre e padrone della mia vita,
non abbandonarmi al loro volere,
non lasciarmi cadere a causa loro.
2Chi fustigherà i miei pensieri
e chi insegnerà la sapienza al mio cuore,
perché non siano risparmiati i miei errori
e i loro peccati non restino impuniti,
3perché non si moltiplichino i miei errori
e non aumentino di numero i miei peccati,
e io non cada davanti ai miei avversari
e il nemico non gioisca su di me?
Per loro è lontana la speranza della tua misericordia.
4Signore, padre e Dio della mia vita,
non darmi l’arroganza degli occhi
5e allontana da me ogni smodato desiderio.
6Sensualità e libidine non s’impadroniscano di me,
a desideri vergognosi non mi abbandonare.
7Ascoltate, figli, come disciplinare la bocca,
chi ne tiene conto non sarà colto in flagrante.
8Il peccatore è vittima delle proprie labbra,
il maldicente e il superbo vi trovano inciampo.
9Non abituare la bocca al giuramento,
non abituarti a proferire il nome del Santo.
10Infatti, come un servo interrogato accuratamente
non mancherà di prendere lividure,
così chi giura e pronuncia il Nome di continuo
di certo non sarà esente da peccato.
11Un uomo dai molti giuramenti accumula iniquità;
il flagello non si allontana dalla sua casa.
Se sbaglia, il suo peccato è su di lui;
se non ne tiene conto, pecca due volte.
Se giura il falso, non sarà giustificato,
e la sua casa si riempirà di sventure.
12C’è un modo di parlare paragonabile alla morte:
che non si trovi nella discendenza di Giacobbe!
Da tutto questo infatti staranno lontano i pii,
così non si rotoleranno nei peccati.
13Non abituare la tua bocca a grossolane volgarità,
in esse infatti c’è motivo di peccato.
14Ricorda tuo padre e tua madre
quando siedi tra i grandi,
perché non lo dimentichi davanti a loro
e per abitudine non dica sciocchezze,
e non giunga a desiderare di non essere nato
e maledica il giorno della tua nascita.
15Un uomo abituato a discorsi ingiuriosi
non si correggerà in tutta la sua vita.
Commento
Il testo ora diventa preghiera. Una preghiera di invocazione, di richiesta di custodire la vita del saggio. Se vogliamo questa è una tipica preghiera del mondo della sapienza di Israele, dove per un attimo vengono messi da parte tutti i grandi temi della storia della salvezza, della legge, dell’alleanza e si vuole semplicemente chiedere la custodia del cuore, perché possa essere libero dalle passioni malvagie, e, insieme di custodire la lingua perché possa parlare un linguaggio saggio. Questa richiesta che nasce in un contesto di preghiera supera ogni contingenza storica e rimane valida per ogni tempo, anche il nostro. Mi sono chiesto perché il saggio compone e recita una simile preghiera. Forse il motivo principale è quello che vuole rinnovare la propria fiducia a Dio attraverso un cuore unificato e una parola buona, ma soprattutto perché vuole chiedere al Signore la grazia di non cadere: non lasciarmi cadere, prega Ben Sirà. Credo che possiamo andare oltre, più in profondità. La saggezza di Ben Sirà e del saggio in generale scaturisce dalla frequentazione del Signore, in particolare da quella frequentazione che porta il nome di preghiera. L’insegnamento del maestro nasce dalla relazione personale con il Signore, da esso, nelle veglie notturne, attinge la sapienza. Di questo fatto, che cioè la sapienza nasce da una relazione intima con il signore nella preghiera ne sono convinto e credo che valga la pena di coltivare questa arte.
Preghiamo
Preghiamo per Marco
” Signore, padre e padrone della mia vita,Signore, padre e Dio della mia vita…” Riconoscere Dio come padre, padrone, signore è segno di sapienza e di fede. Tra Dio e l’uomo c’è una relazione di parentela, di collaborazione, di appartenenza. Dio è mio padre che mi genera in continuazione alla VITA, è il padrone che dirige la mia vita a progetti di bene, di salvezza, è il Signore cui volentieri affido al mia vita perché so che gli appartiene. Una relazione che si origina e si alimenta nella frequentazione fatta di pregheria, sacramenti, reciproca fiducia. Prego per Marco. Prego per le responsabili della mia famiglia religiosa che in questi giorni si incontrano col Consiglio generale per discernere su persone, opere, orientamenti formativi: lo Spirito Santo sia il vero artefice di questo lavoro.
Signore padre e padrone della mia vita,non abbandonarmi ,chi insegnerà la via della Sapienza,al mio cuore? Allontana da me ogni vano desiderio..Poni una custodia al mio cuore ,al mio parlare … Faccio mia questa preghiera di ogni tempo per chiedere,per grazia , un cuore unificato e una parola buona…L ‘arte della preghiera con fiducia e confidenza …,Prego per Marco e chiedo anch’io lo Spirito Santo per l’incontro del Consiglio Generale della nostra famiglia palazzoliana.