Esodo 15,1-11
Allora Mosè e gli Israeliti cantarono questo canto al Signore e dissero:
“Voglio cantare al Signore,
perché ha mirabilmente trionfato:
cavallo e cavaliere
ha gettato nel mare.
2Mia forza e mio canto è il Signore,
egli è stato la mia salvezza.
È il mio Dio: lo voglio lodare,
il Dio di mio padre: lo voglio esaltare!
3Il Signore è un guerriero,
Signore è il suo nome.
4I carri del faraone e il suo esercito
li ha scagliati nel mare;
i suoi combattenti scelti
furono sommersi nel Mar Rosso.
5Gli abissi li ricoprirono,
sprofondarono come pietra.
6La tua destra, Signore,
è gloriosa per la potenza,
la tua destra, Signore,
annienta il nemico;
7con sublime maestà
abbatti i tuoi avversari,
scateni il tuo furore,
che li divora come paglia.
8Al soffio della tua ira
si accumularono le acque,
si alzarono le onde come un argine,
si rappresero gli abissi nel fondo del mare.
9Il nemico aveva detto:
“Inseguirò, raggiungerò,
spartirò il bottino,
se ne sazierà la mia brama;
sfodererò la spada,
li conquisterà la mia mano!”.
10Soffiasti con il tuo alito:
li ricoprì il mare,
sprofondarono come piombo
in acque profonde.
11Chi è come te fra gli dèi, Signore?
Chi è come te, maestoso in santità,
terribile nelle imprese,
autore di prodigi?
12Stendesti la destra:
li inghiottì la terra.
13Guidasti con il tuo amore
questo popolo che hai riscattato,
lo conducesti con la tua potenza
alla tua santa dimora.
14Udirono i popoli: sono atterriti.
L’angoscia afferrò gli abitanti della Filistea.
15Allora si sono spaventati i capi di Edom,
il pànico prende i potenti di Moab;
hanno tremato tutti gli abitanti di Canaan.
Commento
Ecco il canto del mare, il canto della liberazione. La liberazione dalla schiavitù d’Egitto non è più piaga, non è più violenza, ma canto di liberazione. È il canto in riva al mare, dopo il passaggio, dopo la pasqua. Quando finalmente ci si libera dalla schiavitù si può finalmente cantare. Si canta con tamburelli , con voci al maschile, ma anche con voci al femminile. Si canta la gioia della liberazione, si canta perché si è vinta la paura. È come un canto di bellezza di un popolo che ancora non esiste, ma che sta per nascere e che è appena uscito dal gioco della schiavitù. È un canto al maschile che inizialmente viene intonato da Mosè e che poi diventa canto al femminile con Miriam. Questo ci dice che la liberazione, che il canto della liberazione appartiene a tutti. Oggi sentiamo: Allora Mosè e gli Israeliti cantarono questo canto al Signore e dissero: “Voglio cantare al Signore, perché ha mirabilmente trionfato: cavallo e cavaliere ha gettato nel mare. 2Mia forza e mio canto è il Signore, egli è stato la mia salvezza. Il grande canto liturgico che dichiara che la grande liberazione è opera di Dio. Qualcuno ha scritto che il libro dell’Esodo è pieno di voci. Abbiamo conosciuto la voce, il grido della schiavitù che sale a Dio, abbiamo conosciuto la voce che grida il dolore e che si trasforma in lotta contro il faraone, ora conosciamo la voce che diventa canto di liberazione, esaltazione di un Dio che è forza, canto, liberazione. Conosceremo più avanti la voce di un faticoso cammino nel deserto. È vero il libro dell’Esodo è fatto di voci. E se mettiamo insieme tutte queste voci ne viene fuori una sinfonia di un popolo in cammino con il suo Dio verso una terra promessa.
Preghiamo
Preghiamo per Massimo
I canti di liberazione sono canti di gioia e di ringraziamento: hanno una grande potenza e grande poesia. Noi occidentali moderni cantiamo poco nelle nostre funzioni. A volte i nostri canti sono stanchi, vecchi, tristi, senza gioia, senza passione, senza speranza. Abbiamo ancora canti di liberazione nei nostri cuori e nei nostri cuori? Nelle nostre celebrazioni riusciamo a percepire la gioia, a metterci la gioia? Me lo chiedo spesso.
Preghiamo per Massimo.
Concedi Signore alle persone più in difficoltà a suo tempo il canto di liberazione
Mi unisco all’intenzioni di oggi.