2 cor. 1,1-7
1 Paolo, apostolo di Cristo Gesù per volontà di Dio, e il fratello Timoteo, alla chiesa di Dio che è in Corinto, con tutti i santi che sono in tutta l’Acaia: 2 grazia a voi e pace da Dio nostro Padre e dal Signore Gesù Cristo.
3 Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, il Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione, 4 il quale ci consola in ogni nostra afflizione affinché, mediante la consolazione con la quale siamo noi stessi da Dio consolati, possiamo consolare quelli che si trovano in qualunque afflizione; 5 perché, come abbondano in noi le sofferenze di Cristo, così, per mezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione. 6 Perciò se siamo afflitti, è per la vostra consolazione e salvezza; se siamo consolati, è per la vostra consolazione, la quale opera efficacemente nel farvi capaci di sopportare le stesse sofferenze che anche noi sopportiamo. 7 La nostra speranza nei vostri riguardi è salda, sapendo che, come siete partecipi delle sofferenze, siete anche partecipi della consolazione.
Commento
Iniziamo da oggi una nuova avventura, la seconda lettera di Paolo alla comunità di Corinti. Qualcuno, commentano questa lettera ha scritto così: “Paolo non scrisse niente di più eloquente, di più commosso, di più appassionato che questa lettera. La tristezza e la gioia, il timore e la speranza, la tenerezza e lo sdegno vibrano con la stessa energia. L’arte di illuminare gli incidenti più comuni con i più alti principi della fede fa di essa una miniera inesauribile per l’ascetismo e la mistica”. La lettera è spontanea scritta con il cuore, senza che però Paolo si dimentichi di argomentare tutto quello che scrive. Da vari indizi interni alla 2 Cor è possibile pensare che Paolo abbia scritto questa Lettera dalla Macedonia, siamo intorno all’anno 54 – 57 C. C. il motivo di questa seconda lettera ai corinti era che certamente la situazione era cambiata di molto e in peggio, dopo la stesura della prima lettera. Dal testo emerge una sequenza di tappe di un confronto drammatico tra Paolo e la chiesa di Corinto. Un confronto motivato da torbidi interni, dove almeno un certo gruppo aveva assunto atteggiamenti ostili, tendenti a minacciare e oscurare l’autorità dell’Apostolo. Paolo cerca di ricomporre l’unità di quella comunità con un solo principio, quello della carità.
Preghiamo
Preghiamo per tutti i malati
In ogni situazione non deve mancare la speranza senza di essa è più pesante la sofferenza, l’affiliazione, è si scorge prima o poi, sempre con essa la consolazione divina. Che non manchi sopratutto ai malati, preghiamo.
Afflizione e consolazione, queste parole risuonano più volte nel testo odierno. Quanto siamo capaci di consolare chi è afflitto? Quanto noi stessi siamo consolati nelle nostre afflizioni? Quanto lo siamo e non ce ne accorgiamo? O quanto ancora voltiamo la faccia, giriamo lo sguardo davanti al dolore altrui? E quanto dolore siamo in grado di portare e/ o sopportare?
Mi interrogo…
Una preghiera per i tanti ammalati nel corpo e nello spirito.