At 18,12-23 12 Mentre Gallione era proconsole dell’Acaia, i Giudei insorsero unanimi contro Paolo e lo condussero davanti al tribunale 13 dicendo: «Costui persuade la gente a rendere culto a Dio in modo contrario alla Legge». 14 Paolo stava per rispondere, ma Gallione disse ai Giudei: «Se si trattasse di un delitto o di un misfatto, io vi ascolterei, o Giudei, come è giusto. 15 Ma se sono questioni di parole o di nomi o della vostra Legge, vedetevela voi: io non voglio essere giudice di queste faccende». 16 E li fece cacciare dal tribunale. 17 Allora tutti afferrarono Sòstene, capo della sinagoga, e lo percossero davanti al tribunale, ma Gallione non si curava affatto di questo. 18 Paolo si trattenne ancora diversi giorni, poi prese congedo dai fratelli e s’imbarcò diretto in Siria, in compagnia di Priscilla e Aquila. A Cencre si era rasato il capo a causa di un voto che aveva fatto. 19 Giunsero a Èfeso, dove lasciò i due coniugi e, entrato nella sinagoga, si mise a discutere con i Giudei. 20 Questi lo pregavano di fermarsi più a lungo, ma non acconsentì. 21 Tuttavia congedandosi disse: «Ritornerò di nuovo da voi, se Dio vorrà»; quindi partì da Èfeso. 22 Sbarcato a Cesarèa, salì a Gerusalemme a salutare la Chiesa e poi scese ad Antiòchia. 23 Trascorso là un po’ di tempo, partì: percorreva di seguito la regione della Galazia e la Frìgia, confermando tutti i discepoli.
Commento
È interessante il comportamento di Gallione, il proconsole dell’Acaia, quello che faceva gli interessi di Roma. Quando i Giudei portano a lui Paolo con delle accuse infondate circa il fatto che Paolo insegna a rendere culto ad un Dio contrario alla legge, Gallione non solo non trova nessuna prova alle accuse portate contro Paolo, ma addirittura vede che la religione che Paolo professa e predica non è sbagliata. Non arriva ad un riconoscimento del cristianesimo, per questo ci vorranno ancora secoli, ma sicuramente egli è in grado di cogliere l’importanza della parola di Paolo. È aperto ad accogliere la diversità, anche se lui deve far rispettare la legge romana. Questo ci dovrebbe insegnare come, pur rimanendo dentro l’ambito della legge, dobbiamo avere il coraggio di cogliere anche l’opinione altrui. Poi Paolo riparte da Corinto ed è un susseguirsi di luoghi visitati dove lui annuncia il vangelo e conferma i fratelli. Di fatto qui è descritta la fine del secondo viaggio missionario e l’inizio del terzo. Riprende la via del ritorno: s’imbarca per Efeso, dove fa una sosta con promessa di tornare. Arrivato a Cesarea, va a salutare quelli di Gerusalemme e torna ad Antiochia. Da lì riparte il suo terzo viaggio per “confermare tutti i discepoli”. Alla fine di questo viaggio Paolo maturerà il proposito di andare a Roma. In queste poche righe c’è la sintesi del suo viaggiare senza sosta per annunciare a “tutta l’Asia” Minore il Vangelo. Percorrerà, via mare e via terra, più di 4.000 chilometri!
Preghiamo
Preghiamo per tutti i missionari
Instancabile Paolo….
Quanto invece ci lasciamo affaticare noi nel portare avanti il nostro cristianesimo? Nel testimoniarlo giorno per giorno nelle piccole cose? O quanto ancora siamo lontani dal darne testimonianza?
Accogliere la diversità:queste due parole sono molto significative ,cogliere tutto il positivo dell’accoglienza e della diversità ….un dono che ci viene offerto sempre ..Certo con l’aiuto dello Spirito apprendiamo come deve essere il nostro cuore e atteggiamento nel testimoniare ….Prego con voi per tutti i missionari in particolare per le sorelle missionarie del Palazzolo
Riconoscere una nuova religione come rivelazione di Dio è rispettoso nei confronti di Dio che non si esaurisce in una sola forma, ma è anche intelligenza e rispetto dell’uomo che si fa mediatore di nuove verità. Prego perché tutti possiamo avere questo rispetto.