Ger 11,20-23
20 Ora, Signore degli eserciti, giusto giudice, che scruti il cuore e la mente, possa io vedere la tua vendetta su di loro, poiché a te ho affidato la mia causa. 21 Perciò dice il Signore riguardo agli uomini di Anatòt che attentano alla mia vita dicendo: “Non profetare nel nome del Signore, se no morirai per mano nostra”; 22 così dunque dice il Signore degli eserciti: “Ecco, li punirò. I loro giovani moriranno di spada, i loro figli e le loro figlie moriranno di fame. 23 Non rimarrà di loro alcun superstite, perché manderò la sventura contro gli uomini di Anatòt nell’anno del loro castigo”.
Commento
Oggi si parla addirittura di vendetta. È la vendetta di Dio contro il male, contro il peccato del popolo. Bisogna capirsi bene sul significato che la sacra scrittura da a questa parola. Il significato può essere quello di punizione, ma è prevalente nel testo sacro un altro significato, quello di fare giustizia. La vendetta appare come la potenza divina contro il male e la morte. La vendetta di Dio, attuata dalla Croce del Cristo, è la vittoria contro la morte. La risurrezione, e quindi la redenzione e la vita nuova sono ormai la vendetta di Dio. Questa è la sua giustizia, una giustizia salvifica radicalmente contrapposta a quella giustizia appunto “vendicativa” nel vecchio senso del termine, che la giustizia umana non è capace di superare con la potenza divina del perdono e della rigenerazione che scaturiscono dalla Pasqua del Signore. Se entriamo in questa ipotesi di significato “cristiano” della vendetta, tutti questi versetti assumono un significato particolare. Per esempio la vendetta di Dio sugli abitanti di Anatot non potrà essere che la morte in loro di ogni elemento di morte, e la risurrezione, sempre in loro, di una vita generata dalla “spada” della Parola di Dio, e affamata e assetata di questa Parola, e da essa nutrita.
Preghiamo
Preghiamo per Davide
Dio scruta la ente e i cuori. Una conoscenza intensa, che abbraccia le dimensioni del vivere umano. Una conoscenza amorosa che crea e ricrea continuamente la sua immagine in noi. Che gli lasciamo spazio per fare di noi quello che sempre ha sognato.
Il Signore è l’unico a leggere e a conoscere nel profondo e nell’intimità. Lasciamo che l’intimità che ci regala sia uno scambio di dialogo intenso e buono, di fiducia e di adesione alla Sua volontà. Specialmente in questo tempo di Quaresima.
Unisco le preghiere per molti alle comuni intenzioni di ciascuno.