venerdì 18 ottobre

di | 17 Ottobre 2024

Rom. 15,7-13

7 Perciò accoglietevi gli uni gli altri, come anche Cristo vi ha accolti per la gloria di Dio. La buona novella è per tutti gli uomini. 8 Infatti io dico che Cristo è diventato servitore dei circoncisi a dimostrazione della veracità di Dio per confermare le promesse fatte ai padri; 9 mentre gli stranieri onorano Dio per la sua misericordia, come sta scritto:
«Per questo ti celebrerò tra le nazioni
e canterò le lodi al tuo nome
».
10 E ancora:
«Rallegratevi, o nazioni, con il suo popolo».
11 E altrove:
«Nazioni, lodate tutte il Signore;
tutti i popoli lo celebrino
».
12 Di nuovo Isaia dice:
«Spunterà la radice di Iesse,
colui che sorgerà a governare le nazioni;
in lui spereranno le nazioni
».
13 Or il Dio della speranza vi riempia di ogni gioia e di ogni pace nella fede, affinché abbondiate nella speranza, per la potenza dello Spirito Santo.

Commento

In queste righe, soprattutto le ultime di questo testo, noi troviamo come un orizzonte di speranza e di pace. è un testo luminoso che, se confrontato con il nostro tempo e i nostri giorni, a volte si fa fatica a pensare che ci si può aprire così alla speranza. Si potrebbe ritenere che l’apostolo sia stato eccessivamente ottimista  ma non è così. La gioia e la pace non sono il risultato delle nostre capacità  di realizzarci nella vita: il Dio della speranza compie per noi l’opera che rende luminoso l’avvenire e il presente. Nella fede è l’espressione che manifesta la realtà  di Gesù Cristo e l’esperienza dell’ascolto del messaggio evangelico. Il Dio della speranza è il Signore che agisce in nostro favore in modo buono e definitivo. La speranza è fondata sulla promessa di Dio che in Gesù Cristo si è realizzata nella storia dell’umanità . Non si tratta di un buon tentativo di alleviare la disperazione umana; il Dio della speranza ha costruito il futuro gioioso degli esseri umani attraverso la morte e la risurrezione di Gesù, ciò è accaduto nel mondo, in un tempo ben preciso. La potenza dello Spirito Santo crea, già  nel presente, la capacità  di vedere all’orizzonte il mondo di Dio cui abbiamo accesso grazie a Gesù.

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