Rom 9,1-5
1 Dico la verità in Cristo, non mentisco, e la mia coscienza me ne dà testimonianza nello Spirito Santo: 2 ho nel cuore un grande dolore e una sofferenza continua. 3 Vorrei infatti essere io stesso anàtema, separato da Cristo a vantaggio dei miei fratelli, miei consanguinei secondo la carne. 4 Essi sono Israeliti e possiedono l’adozione a figli, la gloria, le alleanze, la legislazione, il culto, le promesse, 5 i patriarchi; da essi proviene Cristo secondo la carne, egli che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli. Amen.
Commento
Iniziano tre capitoli della lettera che tentano di costruire un rapporto tra giudei e cristiani. Paolo incarna tutte e due le anime e di conseguenza cerca di trovare una via che media tra le due anime. Sappiamo bene come il contrasto tra le due anime quella cristiana e quella giudaica è stato forte. Paolo parla di un grande dolore. È il dolore di chi non trova un modo di conciliare due mondi così diversi. Il tema da cui parte è quello che dichiara che il popolo di Israele non ha accettato la salvezza portata da Gesù. Paolo affronta il tema della situazione di Israele con una lamentazione, simile a quelle dell’AT. Sinceramente Paolo è dispiaciuto per il suo popolo e lo giura prendendo a testimone non solo la sua coscienza, ma anche Cristo e lo Spirito Santo. Paolo addirittura dichiara con grande dolore di sentirsi anatema, separato dal suo popolo. Ma anatema vuol dire anche attirare su di sé la sofferenza per salvare il suo popolo. Paolo ama così tanto il suo popolo che preferisce soffrire lui e salvare il suo popolo che perdere la sua gente. Al suo popolo appartengono l’adozione a figli, la gloria, l’alleanza, il culto, i patriarchi. Ma se questo popolo ha tutto perché non ha creduto nella grazia portata da Gesù?
Preghiamo
Preghiamo per la pace
Ci sono ancora oggi persone che amano così tanto, da soffrire per il proprio popolo e per quanti a loro cari.. Per ciò che mi riguarda sono ancora All’ A B C di questo cammino. Per il rinnovato appello alla pace preghiamo, e perché il viaggio di Papa Francesco, si concluda nel migliore dei modi.
È un grande dolore quello che si vive tra le incomprensioni, tra i linguaggi diversi che non permettono la comunicazione e l’accoglienza. È fonte di un grande dolore la chiusura di fronte a ciò che non conosci, non riconosci e non approvi. Chi sa guardare oltre, attraverso e in ogni direzione possibile ad incontrare gli altri, e fra loro, anche il Signore, soffre molto davanti a chiusure di porte e, soprattutto, di cuore. Sia data loro la forza, sia donato il coraggio di continuare a desiderare un mondo altro, capace di contemplare un Dio che è di tutta l’umanità, sia dato loro, il Tuo amore, Signore….
Prego per la pace insieme a tutti voi….