una prima parte

di | 4 Novembre 2024

Questo tema della rinuncia alla reciprocità lo suddivido in due riflessioni. Perchè è bene capire come noi rispetto al Signore viviamo di una reciprocità che richiede una pretesa di essere in qualche modo ascoltato. E allora è bene capire da dove parte la questione per cui il Signore spezza questo tipo di reciprocità e apre una nuova via alla reciprocità. È il profeta Osea che indica questa strada, è il profeta dalle parole piene di affetto che apre una nuova via di arrampicata di quello che noi cerchiamo come reciprocità. Osea parte da queste parole. «Quando Israele era fanciullo, io l’ho amato e dall’Egitto ho chiamato mio figlio. Ma più li chiamavo, più si allontanavano da me; immolavano vittime ai Baal, agli idoli bruciavano incensi. A Èfraim io insegnavo a camminare tenendolo per mano, ma essi non compresero che avevo cura di loro. Io li traevo con legami di bontà, con lacci d’amore, ero per loro come chi solleva un bimbo alla sua guancia» parole stupende che dicono la cura di Dio per il suo popolo, ma c’è come una questione aperta: il popolo continua per la sua strada: più Dio lo chiamavo, più si allontanava da me. ecco da dove nasce quello spezzare della reciprocità che è come una pretesa, anche solo un dire a me stesso perché non capisce. La reciprocità che mette in gioco il Signore è una reciprocità che si gioca sulla libertà. Il Signore aveva trasformato il giogo degli idoli che opprimevano tutti gli altri popoli in legami d’amore, curando il popolo come un figlio; ma il popolo non aveva voluto sentire nulla, e ha continuato per le sue strade «Il mio popolo è duro a convertirsi: chiamato a guardare in alto, nessuno sa sollevare lo sguardo» e qui può nascere la grande delusione di Dio, la grande delusione di noi uomini e donne quando ci accorgiamo che abbiamo curato un figlio, un amico, un amore, un malato e lui se n’è andato per la sua strada. Ma è proprio qui che emerge la nuova via proposta da Dio: una nuova reciprocità. È come se Dio fa accadere l’inatteso, e scopriamo che Dio ha vie inattese e strane, fantasiose e meravigliose per ricostruire la reciprocità. Sono nuove vie che io, conosco bene, ma che in me si inceppano nel momento della prassi. Accenno solo alla nuova via aperta dal Signore e poi domani la spiego. Ecco ancora le parole di Osea: Come potrei abbandonarti, Èfraim, come consegnarti ad altri, Israele? Come potrei trattarti al pari di Adma, ridurti allo stato di Seboìm? Il mio cuore si capovolge dentro di me, il mio intimo freme di compassione»

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