Sono maldestro, lo so. Nelle mie intenzioni, nella mia testa dovevo seguire passo dopo passo la vicenda di Geremia in realtà mi rendo conto che sto adattando un poco la sua storia alla mia vita. Quindi maldestro due volte. La prima perché non sono lineare nel racconto, ma salto qua e là. La seconda volta maldestro perché so bene che non è il testo della parola sacra che deve adattarsi a me, ma il contrario, sono io che mi devo adattare al testo. Per uscire dalla questione caro Geremia diciamola così: la mia vita è in continuo movimento e confrontare il mio quotidiano con la tua parola mi aiuta. La speranza è che questo confronto non diventi un modo accomodante per sentire che la mia vicenda è tutta ok, al contrario che questo confronto con te in qualche modo possa cambiare la mia vita. Dalla mia vita a te, Geremia, per poi tornare a me con nel cuore le tue parole. Oggi succede che sento dentro di me un sacco di desideri, di progetti. Penso a questi giorni così caldi e aridi e desidero costruire progetti per un mondo nuovo. Non mi adagio nella lamentela, sopporto e rilancio sul futuro. A questo punto non possono non pensare a quelle tue parole, caro Geremia, proprio sul tema del desiderio, del futuro. Scrivi così: “Mi dicevo: Non penserò più a lui,
non parlerò più nel suo nome!. Ma nel mio cuore c’era come un fuoco ardente, trattenuto nelle mie ossa; mi sforzavo di contenerlo, ma non potevo”. Sono così anche io: non penserò più a tante cose, anche al Signore, tanto non ne vale la pena. Eppure c’è dentro di me un fuoco e anche se voglio stare nelle cose “normali” questo fuoco alla fine brucia e mi spinge sempre in quel terreno che è il desiderio di cose nuove. Ma tu, Geremia non riuscivi a stare tranquillo? C’era sempre quel fuoco divorante che era la parola sacra che ti aveva raggiunto fin dalla giovinezza? La tua vita, la tua parola mi porta a dire che non riuscivi a stare tranquillo, mi porta a dire che tale fuoco bruciante non si è mai spento in te. Concedimi di non smarrire mai il desiderio dii cambiare, di fare, di sognare. Lascia che in me il fuoco della passione per la parola sacra e per tutto quanto sa di umano non si abbia mia a spegnere. Non voglio cadere nella normalità! Sento che manca in me qualcosa e lotto per capire che cosa è. Sento che la tua parola è fuoco che fa nascere il desiderio rincorrere l’Altro e l’altro. Sento che in me, come in te Geremia, questo fuoco del desiderio e del sogno non si può spegnere.