terra!!!!

Terra!!!! gridava chi stava sul punto più alto della nave quando, dopo mesi di viaggio, vedere spuntare all’orizzonte la terra tanto cercata. è stata l’epoca degli esploratori, dei navganti. Terra dovette gridare un giorno del 1492 quando Cristofero Colombo scopre l’America. La storia ci dice che qui finisce il medioevo e inizia l’era moderna. Guccini in una memorabile canzone così scrive: “E naviga, naviga là. Come prima di nascere l’anima naviga già Naviga, naviga ma quell’oceano è di sogni e di sabbia poi si alza un sipario di nebbia e come un circo illusorio s’illumina l’America”. Terra, l’america, il mondo nuovo. Da quel giorno tutto cambia, una corsa frenetica che ha spazzato via i nativi americani, gli incas, Maya e via, via su fino ai nostri giorni spazzando via popoli e storie. Abbiamo gridato troppe volte terra e ci siamo fatti conquistatori del tutto e del niente. Ancora Guccini scrive così nella sua canzone dedicata a Colombo: “Dove il sogno dell’oro ha creato mendicanti di un senso….Là babeliche torri in cristallo già più alte del cielo Fan subire al tuo cuore uno stallo come a un Icaro in volo. E mentre sciami assordanti d’aerei circondano di ragnatele quell’inutile America amara leva l’ancora e alza le vele. e naviga, naviga via più lontano possibile da quell’assordante bugia naviga, naviga via nel suo cuore la Niña, la Pinta e la Santa Maria”. E si, abbiamo gridato terra e ci siamo sentiti i conquistatori del tutto. ed oggi rimpiangiamo i giorni del sogno, della ricerca, della custodia, rimpiangiamo perché la nostra terra è secca, la nostra terra è segnata dai solchi non degli aratri, ma delle ferite della guerra. Non avremo grano, ma fuoco, non avremo doni, ma conquiste, questo ci rimane. Vale la pena di gridare ancora Terra? io credo di si, purché diventi un grido di speranza e di cambiamento