Gira intorno nel cielo, lancia qualche segnale, ma non mi sembra che questo temporale arrivi. Eppure questo temporale lo aspetto. Dico l’unico motivo per cui ritengo importante che questo temporale arrivi. Così mi bagna l’orto e io devo fare un po’ meno fatica. Gli altri motivi per cui aspetto questo temporale li tengo per me, non sono narrabili. Ma sicuramente ce ne sono molti di motivi per cui mi aspetto un temporale proprio oggi. Poi non lo voglio troppo forte altrimenti mi spacca tutto e non lo voglio nemmeno con la grandine che è peggio ancora. Magari lo voglio programmato ad una determinata ora, magari a comando con un’applicazione che se va in tilt per un attimo mette in crisi mezzo mondo come è successo l’altro giorno con i computer di mezzo mondo. insomma alla fine sono ancora io che vorrei decidere come è dove e quando deve arrivare il temporale. E qui nasce la mia riflessone. Premesso che nella vita non vorrei mai un temporale. Al massimo un po’ di pioggia leggera che rinfresca il cuore e la mente. Non voglio sicuramente un uragano. Eppure a volte arriva può essere di un vento leggero, può essere addirittura un uragano, ma nella vita arriva il temporale e quando arriva ci devo fare i conti. Fare i conti con un uragano. Gli amici del Signore se stavano su una barchetta sul lago e provavano a portare la barca e la loro vita a riva. Arriva l’uragano. La prima reazione è quella logica: incominciano a remare con forza, mettono tutte le loro energie per portare a casa non più barca e vita, ma anche solo la vita. ma non vanno molto lontani, anzi il vento si fa ancora più forte. E allora sembrano cadere nella disperazione perché le loro forze non bastano più per fermare la forza dell’uragano. Così succede a me: cerco di portare a casa la barca della mia vita, quando navigo in acque tranquille, poi arriva l’uragano e allora mi do da fare in mille modi diversi, ma sempre e solo io, da solo appunto. Sfinito in questo disperato tentativo mi rassegno e lascio andare la barca della mia vita. ma forse da qualche parte nel profondo del cuore, quegli amici del Signore hanno il coraggio di fare l’unica cosa necessaria e utile: chiedere aiuto. Perché da soli non ce la possono fare quando arriva l’uragano della vita. anche io ho capito una cosa: quando arriva l’uragano della vita da solo non ce la posso fare e ho imparato a chiedere aiuto. Certo divento rompiscatole come lo sono stati gli amici del Signore, ma so che la mia insistenza è anche la mia salvezza. Intanto aspetto un piccolo temporale che all’ora giusta possa arrivare per bagnare il mio orto