Un ragazzo mi dice che vuole andare a scuola per vedere i suoi amici. Una bambina prepara la cartella per andare a scuola. Si cambia colore, ma è bene che non lo scriva perchè poi mi sbaglio. Rosso, arancione, giallo. Siamo alla fine delle feste di natale. Per la verità ci offerto ancora uno scampolo di festa tra sabato e domenica. Due giorni di lavoro e poi festa. Ma questo scampolo è troppo poco e quindi siamo già nel “quotidiano”. Come viverlo? Che fare di questo tempo ordinario, ripetitivo, in apparenza sempre uguale a e stesso? Che cosa mettere in quel contenitore che è l’ordinarietà? Intanto come prima cosa, siamo ancora in emergenza e quindi converrà, stare bene attenti ai nostri comportamenti. essere responsabili. E poi fare tutto, ma proprio tutto, sia le cose gratificanti che quello poco gradevoli. Ma fare tutto cosciente del mio limite, della mia fragilità. Fare tutto con generosità, sapendo che non posso fare tutto. Agire con uno sguardo sul futuro, ma con i piedi per piantati nel presente. Fare con fiducia e fare sperando nel cambiamento. Il tempo quotidiano alla fine prova quanto valiamo veramente, perché è solo in quel tempo ordinario e monotono che possiamo mostrare a noi stessi la tenuta della nostra vita e la forza che ci spinge ad andare avanti senza disperare. Il tempo festivo è un attimo, un passaggio fuggevole. Il tempo ordinario è continuità a cui bisogna aderire con fedeltà. Riprendiamo dopo feste con fedeltà la voglia di costruire un mondo nuovo. Durante il tempo di natale ho augurato a tutti un mondo nuovo, adesso nel quotidiano lo metto in atto nello spazio e nel tempo che mi è dato da vivere.
Importante trasferire almeno qualcosa della festività nella quotidianità. Buona giornata