Era logico, naturale, normale e forse scontato che alla lettera T era abbinata la parola tempo. Troppo scontato, spero di no, soprattutto per il tipo di riflessione che voglio provare a fare. Il tempo non basta mai, scontato anche questo. Non ho mai tempo. Anche questo scontato. Ma è così scontato che è terribilmente vero. E allora come uscire da questa questione del tempo che non basta mai. Come fare in modo che lo scorrere del tempo non ci faccia fuggir via dal tempo vero, perché impegnati in mille e troppe cose? Non ho la risposta, anche perché mi sembra che se le mettiamo su questo piano non ne veniamo a capo. Chi può fermare il nostro tempo? Nessuno e niente. Chi può rallentare il nostro ritmo? Nessuno. Penso che due cose le possiamo fare. La prima è diventare sempre più responsabili del tempo che scegliamo di vivere e provare a scegliere sì di correre, di non avere mai tempo, ma coscienti che le scelte responsabili o meno sul come vivremo il nostro tempo determineranno il bene o il male. Posso andare di corsa, ma per il bene comune, posso andare di corsa, ma con quel senso di responsabilità che mi permette di fare buon uso delle mie corse. E poi vi è un secondo aspetto interessante: il rispetto del ritmo del tempo. La natura ha i suoi tempi e va rispettata. I figli hanno i loro tempi e vanno rispettati e sollecitati insieme. iltentativo di riavvicinare le creature di tutto il creato lo si può fare mediante la coesione rispettosa dei loro ritmi rispettivi. Questo non vuol dire che ciascuno inventa il suo ritmo personale, ma altrettanto nessuno può imporre i suoi ritmi sull’altro. Se il nostro ritmo di umani impone un consumo eccessivo e una produzione di scarto è chiaro che, non rispettando il ritmo della terra, vado verso la rovina. Il rispetto del ritmo delle creature allora realizzarà la pienezza del tempo
anche io sono convinto “…che il rispetto del ritmo delle creature realizza la pienezza del tempo…” per esempio il mancato rispetto del giusto ritmo di qualsiasi motore meccanico non da la giusta resa…