sulla soglia

di | 18 Luglio 2024

Insisto sulla questione autorità e partecipazione. Ritengo importante per il tempo che stiamo vivendo quello di essere come quell’immagine sempre presente nel vangelo che completa quella di ieri. Si diceva infatti: ha dato autorità ai suoi servi, a ciascuno la sua opera. Ma poi il versetto si conclude con: e ha ordinato al portinaio di rimanere sveglio. Addirittura, di rimanere sveglio sempre. Infatti, il testo aggiunge. Perché il Signore viene in ciascuna di esse: “Alla sera, a mezzanotte, al canto del gallo, al mattino”. Non mi interessa in questo momento la questione del Signore che viene, mi interessa invece la questione delle ore di veglia: alla sera, a mezzanotte, al canto del gallo, al mattino. Provo a spiegarlo così pensando alla questione dell’autorità che veglia, che opera e che in questo modo favorisce la partecipazione. Tra i tanti compiti, opere affidate alla comunità e dalla comunità vi è quello del custode, del portinaio che sta sulla soglia. Di che si tratta? nella comunità religiosa e anche civile è colui che ha il ruolo di guida, di custode, colui che custodisce il suo popolo. Non è l’unico spazio di autorità, ma sicuramente è un ruolo importante. È colui che è portinaio e che proprio per questo rimane sveglio, veglia. Il portinaio ha il compito di lasciar entrare e uscire le persone, ha il compito di vegliare. Essendo sulla soglia della casa, della comunità è colui che comprende meglio di tutti che cosa succede dentro e fuori la comunità. L’esercizio del potere di chi sta sulla soglia è quello di comprendere prima e al meglio di tutti che cosa succede e come si possono inventare situazioni e spazi di partecipazione e di incontri, di ascolto e di dialogo dentro e fuori la comunità. Abitare sulla soglia e lì restare sveglio, è il compito di chi nella comunità svolge un ruolo di guida, resistendo alla doppia tentazione di abbandonare la porta e di cedere al sonno. Rimanendo sveglio, egli è anche chiamato a sostenere gli altri nella veglia. Chi esercita una autorità dentro la comunità è chiamato a vegliare, a custodire a favorire la partecipazione di tutti, non solo di chi sta dentro la chiesa o la comunità civile, ma anche cercando occasioni di dialogo con chi sta fuori da quella soglia.

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