Mi prendo un po’ di spazio e di tempo per leggere. Il gatto faraone mi si attacca addosso e si accovaccia vicino al libro, è un po’ complicato leggere così, ma non lo mando via. Non pensate che mi sono preso giornate intere di silenzio e di lettura, solo qualche ora. Per il resto sempre gli stessi ritmi incasinati. Nella lettura mi capitano tra le mani alcuni scritti di Giovanni Vannucci. Lo avevo abbandonato da tempo. Oggi ritorna a galla. Il sogno di padre Giovanni si può leggere ancora oggi sulla soglia dell’eremo di san Pietro alle stinche in Toscana: «In questo piccolo spazio vorrei che ogni uomo si sentisse a casa sua e, libero da costrizioni, potesse raggiungere la conoscenza di se stesso e incamminarsi nella sua strada forte e fiducioso. Vorrei che fosse una sosta di pace, di riflessione per ogni viandante che vi giunge, un posto dove l’ideale diventa realtà e dove la gioia è il frutto spontaneo» leggo ancora: quando nel 1984 viene portato in ospedale l’ultima domanda della sua vita è stata: avete aperto il pollaio per far uscire le galline? Non era un pazzo, era un grande studioso, amante del vangelo e della chiesa, ma un uomo concreto e libero. Un uomo amante del creato e dell’uomo, della vita, della pace e della giustizia. Un piccolo spazio dove ogni uomo si sente a casa sua. Un piccolo spazio di umanità. mi fermo qui, ma avete ben capito che tipo di letture faccio nel poco tempo libero e…non aggiungo altro. Un piccolo spazio.