Ci sono tre elementi che mi possono portare a dichiarare che non voglio bene, che sono solo uno che non sa vedere il bene. Ed invece proprio il modo con cui guardo, vivo, mi appassiono a questi tre elementi di cui parlo adesso mi dicono che voglio voler bene, che voglio bene. Guardo la mia vita e puo’ sembrare un caos e magari lo è, sembra che non voglia bene alla mia vita per come la vedo e la vivo. Poi penso alla terra che ho qui intorno. Ci faccio una fatica enorme e magari il non riuscire a portare a casa un visibilità chiara e una produttività seria, mi porta a dire che non voglio bene a questo pezzo di terra. Ed infine la chiesa, per come ne parlo, per come la vivo, per quello che cerco in essa sembro uno che non vuol bene alla chiesa, a cominciare dal vescovo fino all’ultimo laico impegnato. Che già mettere in fila così dal vescovo fino all’ultimo laico non mi piace, meglio parlare di cristiani. Per tutte le mie affermazioni circa la mia vita, il pezzo di terra che amministro, la chiesa in cui sono, sembro uno che non vuol bene. Che ha sempre qualcosa da dire, ma soprattutto che non porta a casa mai niente. Prendo a prestito una citazione del libro di Carlo Carretto il Dio che viene e che risponde a questa questione. È un pensiero che mi porto sempre nel cuore e che mi aiuta. Questo pensiero vale per la Chiesa, ma anche per la mia vita, per questo pezzo di terra. «Quanto sei contestabile, Chiesa, eppure quanto ti amo! Quanto mi hai fatto soffrire, eppure quanto a te devo! Vorrei vederti distrutta, eppure ho bisogno della tua presenza. Mi hai dato tanti scandali, eppure mi hai fatto capire la santità! Nulla ho visto nel mondo di più oscurantista, più compromesso, più falso, e nulla ho toccato di più puro, di più generoso, di più bello. Quante volte ho avuto la voglia di sbatterti in faccia la porta della mia anima, e quante volte ho pregato di poter morire tra le tue braccia sicure. No, non posso liberarmi di te, perché sono te, pur non essendo completamente te. E poi, dove andrei? A costruirne un’altra? Ma non potrò costruirla se non con gli stessi difetti, perché sono i miei che porto dentro. E se la costruirò sarà la Mia Chiesa, non più quella di Cristo.
Grazie per averci regalato le parole di Carlo Carretto.