L’orto da lontano mi sembra immobile. Se lo guardo in modo superficiale è veramente immobile, statico. Non c’è niente con uno sguardo da lontano che mi fa dire che c’è movimento e cambiamento. Ma se mi avvicino tutto è in movimento, è come un’agitazione perenne ed è difficile star dietro a questi movimenti, a questi cambiamenti. La natura è in perenne movimento. Non sto a descrivere tutti questi movimenti, noto però una cosa. Di fatto il perenne movimento è necessario per vivere e sopravvivere. Ma soprattutto tale perenne movimento produce continui piccoli cambiamenti. Questi piccoli, impercettibili cambiamenti sono necessari e vitali per la sopravvivenza, per la vita. Siamo in un tempo di siccità? Tutto l’orto si adatta per sopravvivere. È chiaro che se io riesco a bagnare l’orto questo ne trae sollievo, ma lui da solo fino ad un certo punto è capace di adattarsi. Vi è come un punto di non ritorno in cui nemmeno l’orto si può adattare, ma per un certo periodo ci riesce, rimanendo in perenne movimento e in perenne cambiamento. Questa questione dell’orto in perenne movimento e in perenne cambiamento mi fa riflettere su una questione che mi prende molto. Applico questo principio alla mia vita e invoco il Padre di misericordia che mi conceda sempre l’arte del movimento, del cambiamento. Come l’orto tiene fermo il terreno a cui è ancorato, in cui ha messo radici, io chiedo al Padre di misericordia che mi conceda e mi dia la forza di rimanere ancorato a quel terreno che è il vangelo e la parola sacra. Rimanendo così ancorato e radicato nella parola sacra chiedo anche di saper rinnovare continuamente la mia vita perché possa essere sempre più conforme al vangelo. Penso alla chiesa, e la vedo troppe volte immobile, ferma, incapace di movimento e di cambiamento e allora prego il padre di misericordia perché la chiesa possa conoscere un tempo di rinnovamento, ancorata e radicata nel vangelo, possa vivere un tempo di cambiamento. Non mi interessa che tutti tornino in chiesa, mi interessa che la chiesa possa conoscere una stagione di movimento e di rinnovamento. In fin dei conti i grandi studiosi della chiesa usano questa espressione: Ecclesia semper reformanda est. Cioè la chiesa è in continua riforma