sei proprio tu

di | 15 Maggio 2024

Prima di arrivare a ragionare su alcuni criteri con cui si può pensare la croce, il dolore, la sofferenza, mi soffermo ancora su un dato che emerge partendo dal salmo 22 e che Gesù ha recitato sulla croce. La folla che stava là sotto la croce e noi tutti abbiamo sentito solo il grido: Dio mio Dio mio perché mi hai abbandonato? Ma è facile pensare che l’uomo della croce avesse come raccolto tutte le sue forze per recitare nel silenzio del suo cuore proprio quel salmo, fino all’ultimo respiro. E così dopo le parole in cui si chiede di ricordare chi è Dio e che cosa fa Dio, quale è la responsabilità di Dio emerge un versetto che è straordinario e che dice così: sei proprio tu che mi hai tratto dal grembo, mi hai affidato al seno di mia madre… dal grembo di mia madre tu sei il mio Dio. Il dolore può mettere in atto diverse reazioni. Alcune sono scomposte, altre che dicono solo il dolore, altre ancora che tentano di aprire varchi di speranza. Don Roberto alternava tutto questo. grido, ricordo, parole faticose, parole di speranza, parole di fiducia. Le sapeva dosare con grande sapienza. Quanto sono sguaiate le mie parole di fronte al mio dolore! Torno alle parole del salmo che riassumo così: sei proprio tu, Dio. Sono parole di confidenza, di salvezza, di intimità che l’uomo del dolore rivolge a Dio. Dal di dentro di tutti i nostri dolori noi dobbiamo trovare parole di intimità: sei proprio tu il mio Dio, sei proprio tu l’amico in cui confidavo. Pensate se in un mondo come il nostro così carico di dolore io posso dire a Dio parole di questa intimità: sei proprio Tu che hai ascoltato il mio grido. Poter dire all’amico che resiste vicino a me quando sono nel dolore: sei proprio tu l’amico in cui confidavo. Don Roberto questo lo sapeva fare: sei proprio tu il mio Dio, sei proprio tu l’amico in cui confidavo. E così dopo il grido, dopo la memoria, il ricordati di chi sei Dio, ora, dentro il dolore arriva una parola di confidenza e di intimità: sei tu il mio Dio, sei tu l’amico in cui confidavo. Questa parola così intima prepara la parola nuova: Tu mi hai risposto.

Un pensiero su “sei proprio tu

  1. Sabrina

    Possiamo costruire reti ed amicizie nella vita, ma la paura più grande é rimanere soli nel dolore, e la fede in Dio é davvero la più grande consolazione. Da piccola pensavo sempre “perché in Chiesa ci sono tanti anziani a volte sofferenti?” e solo più tardi ho capito che la fede é reciproca, che Dio nella sofferenza risponde con la consolazione, si lascia cercare e trovare. Spero nella vita di ricordarmi sempre di non lasciare sole le persone a cui voglio bene, soprattutto nel momento del bisogno, ma non ci sarò per sempre e spero di trasmettere ai miei figli questa fede in Dio che li aiuterà nei momenti più difficili.

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