Un amico mi dice di scrivere pensieri più brevi e allora ci provo. Nella scrittura sacra non esistono solo i patriarchi, esistono anche le matriarche. E è di una di che voglio parlare: Sara la moglie di Abramo. Era di bell’aspetto dice la scrittura sacra. Era bella la moglie di Abramo. ma soprattutto Sara sorrideva. mai di un sorriso sguaitato. Tanto è vero che il nome di suo figlio Isacco, significa figlio del sorriso, oppure il Signore sorride. A volte Sara aveva un sorriso gioioso, come quando nacque suo figlio, altre volte si trattava di un sorriso triste quando capiva che non poteva avere figli, altre volte un sorriso di ironia, come quando tre pellegrini che poi diventano angeli annunciano che alla fine di quell’anno avrebbe avuto un figlio. Sorriso di ironia di fronte a quell’annuncio, perché Sara sapeva bene della sua vecchiaia e che di conseguenza non poteva avere più figli. Eppure il figlio arriva. E forse anche un sorriso di dolore quando, in Egitto, suo marito Abramo la disconosce facendola passare per sua sorella per evitare storie con il faraone. ma comunque sempre un sorriso di bellezza perché sapeva che Abramo la amava profondamente, anche se a volte tutti e due inciampavano in questo amore. Si volevamo bene i due, Sara e Abramo, e questo bastava a loro due per camminare nella fiduciosa attesa di un figlio. Uno era sostegno dell’altra e viceversa. Nel sorriso di Sara ritrovo il mio sorriso amaro, gioioso, addolorato, felice e ironico. E ritrovo il sorriso di Dio che è un sorriso carico di tenerezza. Bellissima la matriarca Sara, bellissima di bellezza, bellissima nel sorriso con il quale affrontava la vita. Amare nella Scrittura Sacra è un atto che genera tenerezza, attenzione e cura come quella che giorno dopo giorno si consolidava tra Abramo e Sara E allora quando sono amato e riesco ad amare nella tenerezza posso anche sorridere alla vita come Sara donna del sorriso.
“Se cerchi l’infinito lo troverai nel sorriso di un bambino. Abbi cura di quel sorriso. È l’anima del mondo!” (Brunello Cucinelli lo ha scritto per le giornate delle orchidee 2020).
Ho trovato questa scritta meravigliosa perché i piccoli davvero ci insegnano molto: la leggerezza, lo stupore, la fiducia in un mondo ancora tutto da scoprire e la bellezza di un sorriso. Grazie Signore per ogni nuovo Tuo dono ed ad ogni piccolo che ci insegna la grandiosità della vita.