Stavo pensando a cosa è successo nella giornata e non ci trovo niente di così eccezionale per farci sopra un modesto pensiero. Tutto normale, non tutto tranquillo, tutto nella norma. Quasi quasi ci rinuncio e non scrivo niente. Intanto che penso un attimo ecco un continuo salmodiare nella testa. Non scrivo le parole del mio salmodiare, non ne vale la pena, ma è del salmodiare che mi interessa. Questo strano frullare per la testa di parole e melodia soffusa che riempie la testa. Non so cantare e quindi evito di dare voce a questo salmodiare che gira per la testa. Esco da questi racconti scritti ed entro nella melodia di un canto sottile. E allora mi metto un attimo tranquillo e mi godo questo salmodiare nella testa che lentamente grazie al mio respiro sento che arriva anche al cuore. salmodiare con cuore e mente attente. Mi accorgo che ogni salmo raccolto nella parola sacra può essere cantato con strumenti musicali, ma è musica soprattutto di cuore e mente. Un salmo può essere dolcezza infinita e così è apparso a me oggi, dolcezza infinita. Ma un salmo può essere anche grido, invocazione, silenzio e supplica. Un salmo che nasce da mente e cuore può racchiudere tutta la gamma dei sentimenti umani. Cerco di cambiare registro, cerco di inserire quel registro che grida la fatica della vita umana, poi cerco di inserire il registro che invoca la pace. Ma alla fine torno sempre su una salmodia dolcissima, serena, pacifica e allora mi arrendo e assecondo con mente e cuore questa melodia dolcissima. Perché dobbiamo sempre costringere tutto nei nostri schemi: un salmo per la pace, uno per i malati, uno per…? Perché invece lasciare che il salmo, la salmodia, la melodia possa arrivare come dono al cuore e alla mente. Perché non fare in modo che una volta arrivato il dono della melodia non lasciare che invada cuore e mente, assecondando il suo corso e non forzando cercando altro. La salmodia non è programmata è accadimento, dono, grazie dell’anima. Assecondo questa dolcissima melodia e per un attimo sono in pace. Il tutto era partito leggendo queste parole: solo in Dio riposa l’anima mia. La mia mente si è fermata lì, il mio cuore ha rincorso quelle parole. Non ho letto nient’altro. Non ho seguito lo schema classico della salmodia, mi sono fermato lì. Meglio così. Accolgo un dono, lo assecondo e lo gusto. Mi basta e non ho bisogno di seguire schemi vari.
Meno male che non ti sei arreso alla giornata, e hai deciso di prendere la penna e lasciarla scrivere con il cuore. Ci sono giornate che sembrano inutili, i pensieri sono confusi come un gomitolo di lana strapazzato dal gatto, senza più capo né coda, pieni di nodi che non si sciolgono, con un’inquietudine che pensi non possa passare mai….invece é proprio lì la prova. Non é necessario per forza disfare tutto, sarebbe impossibile tra l’altro un una sola giornata, è sufficiente lasciarsi invadere dai pensieri senza farsi sopraffare da essi, tenendo noi il filo dei pensieri e cercando il senso di tutta quella confusione. E penso che le cose belle che abbiamo letto, pensato e fatto trovano lo spazio per uscire e infondere la fiducia necessaria per attraversare i pensieri negativi, e quella giornata difficile non solo sarà alle nostre spalle ma ci darà la forza per affrontare il nuovo e le paure ed inquietudini che ogni tanto tornano a galla. Grazie Don, sei un grande esempio per me, non mi arrenderò più facilmente agli incubi che nei giorni senza sole arrivano a provare la nostra forza, e riempirò i giorni di parole o salmi di speranza e pace, che un nuovo giorno porta sempre la luce per vedere il percorso, nonostante a volte ci si perda o ci si senta soli al mondo.