Sabato 23 giugno ’18 – Ger 51,20-33
20 “Un martello sei stata per me, uno strumento di guerra; con te martellavo i popoli, con te annientavo i regni, 21 con te martellavo cavallo e cavaliere, con te martellavo carro e cocchiere, 22 con te martellavo uomo e donna, con te martellavo vecchio e ragazzo, con te martellavo giovane e fanciulla, 23 con te martellavo pastore e gregge, con te martellavo l’aratore e il suo paio di buoi, con te martellavo governatori e prefetti. 24 Ma ora ripagherò Babilonia e tutti gli abitanti della Caldea di tutto il male che hanno fatto a Sion, sotto i vostri occhi. Oracolo del Signore. 25 Eccomi a te, monte della distruzione, che distruggi tutta la terra. Io stenderò la mano contro di te, ti rotolerò giù dalle rocce e farò di te una montagna bruciata; 26 da te non si prenderà più né pietra d’angolo, né pietra da fondamenta, perché diventerai un luogo desolato per sempre”. Oracolo del Signore. 27 Alzate un vessillo nel paese, suonate la tromba fra le nazioni; preparate le nazioni alla guerra contro di essa, convocatele contro i regni di Araràt, di Minnì e di Aschenàz. Nominate contro di essa un comandante, fate avanzare i cavalli come cavallette spinose. 28 Preparate alla guerra contro di essa le nazioni, il re della Media, i suoi governatori, tutti i suoi prefetti e tutta la terra in suo dominio. 29 Trema la terra e freme, perché si avverano contro Babilonia i progetti del Signore di ridurre il paese di Babilonia in luogo desolato, senza abitanti. 30 Hanno cessato di combattere i prodi di Babilonia, si sono ritirati nelle fortezze; il loro valore è venuto meno, sono diventati come donne. Sono stati incendiati i suoi edifici, sono spezzate le sue sbarre. 31 Corriere corre incontro a corriere, messaggero incontro a messaggero per annunziare al re di Babilonia che la sua città è presa da ogni lato; 32 i guadi sono occupati, le fortezze bruciano, i guerrieri sono sconvolti dal terrore. 33 Poiché dice il Signore degli eserciti, Dio di Israele: “La figlia di Babilonia è come un’aia al tempo in cui viene spianata; ancora un poco e verrà per essa il tempo della mietitura”.
Commento
Continuo a proporre dei temi legati alla conclusione del libro di Geremia, quasi come una forma di riassunto di tutta l’opera. Uno dei grandi temi del libro e che lo possiamo intravedere anche in questo testo è la grande menzogna a partire dal popolo ebreo fino a Babilonia. tutti, «dal piccolo al grande, dal profeta al sacerdote fanno la menzogna». Il tema conosce uno sviluppo singolare nel libro di Geremia: la frode è la caratteristica drammatica di una comunità che, nel momento in cui percorre le tradizionali vie d’accesso a Dio e di riconciliazione, allo stesso tempo indirizza il cuore lontano dal Signore non solo mettendo in atto pratiche idolatriche, ma anche trasgredendo sistematicamente i precetti della Legge che regolano le relazioni fraterne. Da qui la polemica nei confronti del tempio e del culto, del quale si mette in luce la contraddizione e la vanità, poiché non è accompagnato da una condotta ad esso corrispondente. Neppure l’istituzione profetica risulta immune dalla falsità; la polemica contro i profeti di menzogna, che propalano una pace a buon mercato, e una facile sicurezza assume toni unici. Insomma la grande menzogna è sempre presente nel mondo. Il vangelo chiama questa grande menzogna ipocrisia, noi oggi possiamo parlare di apparenza, di suggestione verso il male. Anche noi a volte copriamo con riti vuoti la falsità della nostra storia. Il profeta chiede a tutti un atto di profonda sincerità religiosa.
Preghiamo
Preghiamo per Daniele
Come sono attuali i temi affrontati oggi da Geremia. Se penso alle politiche dei nostri tempi, comprendo che nulla è cambiato rispetto al cuore dell’uomo e alle nostre azioni.
Occorre rinascere a vita nuova. Signore, fa che possiamo leggere la storia ed interpretarla con la guida della Parola. Preghiamo per le intenzioni dei cuori di ciascuno.
Anche in questo brano si parla di sciagure, di annunci di guerra e di morte. Ci doni il Signore di diventare, anche nelle cose piccole di ogni giorno, annunciatori di bene, di pace, di armonia.
Annunciatori di bene, di pace, di armonia al posto di annunciatori di guerra, di morte, di infelicità.