Marco 15,29-32
29 Quelli che passavano di là lo insultavano, scuotendo il capo e dicendo: «Ehi, tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, 30 salva te stesso scendendo dalla croce!». 31 Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi, fra loro si facevano beffe di lui e dicevano: «Ha salvato altri e non può salvare se stesso! 32 Il Cristo, il re d’Israele, scenda ora dalla croce, perché vediamo e crediamo!». E anche quelli che erano stati crocifissi con lui lo insultavano
Commento
Gli insulti e le beffe sono il risultato ultimo di una religione che non ha più nel suo dna l’attenzione e il rispetto dell’altro. Non fa paura la croce, ma quello che gli uomini sono riusciti a creare attorno al tema del potere e della violenza nei confronti degli uomini. Questa non è giustizia, ma un semplice rovesciare addosso ad un uomo tutto il male possibile in nome di una falsa giustizia. Questo è stato fatto a Gesù con quegli scherni e beffe. Questo si fa ogni volte che l’uomo applica la giustizia secondi queste modalità. C’è un altro tema forte che emerge nel testo di oggi e che forse in qualche modo è collegato al tema della giustizia. Si tratta del tema della salvezza più volte citato in queste brevi righe. Salvare se stessi è improprio perché se stai male è un altro che ti salva. Quindi Gesù non può avere la pretesa di salvare se stesso dalla croce. Il nome Gesù significa Dio salva. È Dio che salva Gesù, non Gesù che salva se stesso!! Riconoscere con umiltà questo fatto, che cioè non ci salviamo da soli è già stare nella salvezza. purtroppo come ai tempi del Signore, così anche ai nostri giorni riteniamo di poterci salvare da soli. Confidare nella salvezza portata da Dio e credere nel rispetto della persona senza cadere negli insulti è principio di vita buona, è giustizia del vangelo.
Preghiamo
Preghiamo per Davide e Elisabetta che oggi ci hanno raccontato la loro esperienza come volontari in Bolivia.
Sempre l’uomo ha avuto ed ha la pretesa di credere solo in seguito a fatti prodigiosi. Ma Gesù non cade in questa trappola e non scende dalla croce. Ma su quel legno offre se stesso non per salvare se stesso, ma pe noi. Grazie Signore per questo tuo essere “superiore” alle aspettative degli increduli.
Concedimi ,Signore che guardando alla Tua croce ,non rimanga superficiale spettatore ,poichè tu porti conTe lì sopra ogni dolore del mondo. Poni nel cuore umano la consapevolezza che non ci salviamo da soli,sei Tu a salvarci ,come persona e comunità.Per Davide ed Elisabetta e per tutti i volontari preghiamo.
I tranelli degli uomini non ingannano Dio, che vede oltre e tutto già conosce nel profondo. Abbiamo sempre bisogno dì imbrigliare gli altri in qualche sfida, in qualche provocazione. Ma a Dio non la si fa….
Gesù Non raccoglie la provocazione e rimanda ad una riflessione più ampia, nuova prospettiva per bun credente di senso.
E nello stesso tempo ci insegna quel è il tracciato da seguire. Contro ogni “regola”puramente umana!
Vorrei ricordare nella preghiera odierna i nuovi martiri del terrorismo in Bangladesh. Che il Signore abbia pietà di noi…
E una preghiera riconoscente per Davide ed Elisabetta!