sabato 13 gennaio

di | 12 Gennaio 2024

Ez 8

1 Il sesto anno, il quinto giorno del sesto mese, mentre stavo seduto in casa mia e gli anziani di Giuda erano seduti in mia presenza, la mano del Signore, di DIO, cadde su di me.
2 Io guardai, ed ecco una figura d’uomo, che aveva l’aspetto del fuoco; dai fianchi in giù pareva fuoco; e dai fianchi in su aveva un aspetto risplendente, come un bagliore di metallo. 3 Egli stese una forma di mano e mi prese per una ciocca dei miei capelli; lo Spirito mi sollevò fra terra e cielo, e mi trasportò in visioni divine a Gerusalemme, all’ingresso della porta interna che guarda verso il settentrione, dov’era situato l’idolo della gelosia, che provoca gelosia. 4 Ed ecco, là era la gloria del DIO d’Israele, come nella visione che avevo avuta nella valle.
5 Egli mi disse: «Figlio d’uomo, alza ora gli occhi verso il settentrione». Io alzai gli occhi verso il settentrione, ed ecco che al settentrione della porta dell’altare, all’ingresso, stava quell’idolo della gelosia. 6 Egli mi disse: «Figlio d’uomo, vedi ciò che fanno costoro? le grandi abominazioni che la casa d’Israele commette qui, perché io mi allontani dal mio santuario? Ma tu vedrai altre abominazioni ancora più grandi». 7 Egli mi condusse all’ingresso del cortile. Io guardai, ed ecco un buco nel muro. 8 Allora egli mi disse: «Figlio d’uomo, adesso fa’ un’apertura nel muro». Quando io ebbi fatto un’apertura nel muro, ecco una porta. 9 Egli mi disse: «Entra, e guarda le scellerate abominazioni che costoro commettono qui». 10 Io entrai, e guardai; ed ecco ogni sorta di figure di rettili e di bestie abominevoli, e tutti gli idoli della casa d’Israele dipinti sul muro tutto attorno; 11 settanta fra gli anziani della casa d’Israele, in mezzo ai quali era Iaazania, figlio di Safan, stavano in piedi davanti a quelli, tenendo ciascuno un turibolo in mano, dal quale saliva il profumo in nuvole d’incenso. 12 Egli mi disse: «Figlio d’uomo, hai visto ciò che gli anziani della casa d’Israele fanno nelle tenebre, ciascuno nelle camere riservate alle sue immagini? Infatti dicono: “Il SIGNORE non ci vede, il SIGNORE ha abbandonato il paese”». 13 Poi mi disse: «Tu vedrai altre abominazioni, ancora più grandi, che costoro commettono».14 Mi condusse all’ingresso della porta della casa del SIGNORE, che è verso settentrione; ed ecco là sedevano delle donne che piangevano Tammuz. 15 Egli mi disse: «Hai visto, figlio d’uomo? Tu vedrai abominazioni ancora più grandi di queste».
16 Mi condusse nel cortile della casa del SIGNORE; ed ecco, all’ingresso del tempio del SIGNORE, fra il portico e l’altare, circa venticinque uomini che voltavano le spalle alla casa del SIGNORE, e la faccia verso l’oriente; si prostravano verso l’oriente, davanti al sole. 17 Egli mi disse: «Hai visto, figlio d’uomo? È forse poca cosa per la casa di Giuda commettere le abominazioni che commette qui, perché debba anche riempire il paese di violenza, e tornare sempre a provocare la mia ira? Ecco che s’accostano il ramo al naso. 18 Anch’io agirò con furore; il mio occhio sarà senza pietà; io non avrò misericordia; per quanto gridino ad alta voce ai miei orecchi, io non darò loro ascolto».

Commento

Ancora un capitolo intero, questa volta dedicato al tempio di Gerusalemme dove non si svolgono più i riti del tempio del Signore Dio, ma riti pagani. Questi riti pagani vengono chiamati abomini. Il profeta in una visione vede lentamente un male sempre più grande e sente che cresce l’ira di Dio. Il confine tra la possibilità di accogliere e riconoscere divinità e forme rituali che non sono immediatamente quelle della propria religione e la confusione, è un confine molto sottile. Fino a che punto ci può essere mescolamento di religioni? Ezechiele constata che in questo caso non c’è soltanto mescolamento di riti, ma qualcosa di più grande e pericoloso ancora. La perdita della propria identità religiosa. Questo è il confine. Possiamo esprimerlo in maniera molto semplice: non è vero che tutto è uguale, che tutto va bene, esiste un’identità ben precisa che può e deve dialogare con tutto e con tutti, ma che non può mescolarsi in maniera informe con tutto e con tutti. Non è questione di identità, ma di chiarezza, non è questione di salvaguardare una ritualità piuttosto che un’altra. Penso invece che il grande tema di Ezechiele che vale anche per l’oggi è quello di non confondere tutto, di rimanere nella verità che conosco e con questa verità dialogare con tutti.

Preghiamo

Preghiamo per chi è solo

2 pensieri su “sabato 13 gennaio

  1. sr Alida

    Questo tratto di Parola, mi fa immediatamente pensare a volti che non credono più, o per lomeno dicono di non credere, o chi in effetti è come non si ricordi che ha ricevuto il dono del Battesimo o indifferenza di averlo ricevuto. Mentre per noi è importante riconoscere la nostra verità, la nostra identità di figli di Dio. È desiderare che altri ne facciano parte, che il Signore ci aiuti a manifestare il bello di essere figli, e che si distingue, ma è dono per tutti. Per chi è solo preghiamo.

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  2. Sabrina

    Quanto sembra ancora attuale questa Parola. La globalizzazione nella sua parte migliore ci ha portata a conoscere culture e religioni diverse, ed é per me positivo, credo che però la fede se é permeata da anni di tradizioni deve essere diversa dalla conoscenza.
    Conoscere altro é positivo, permette il dialogo, ma ognuno ha le sue radici, e se devo pensare che religione seguire penso sempre che sia Gesù che vorrei avere vicino nei momenti di sconforto perché é lui che ho sentito quando ne ho avuto bisogno ed é lui che ho cercato e chiamato, e da cui mi sento sorretta. Sarà il battesimo, sarà il contesto in cui cresciamo, sarà la nostra verità, ogni religione ha le sue verità, permeate da millenni di storia e profeti, ma la mia storia e strada é con Gesù e spero di non perdermi mai più, ma cmq anche se fosse mi verrebbe a cercare, perché lo ha fatto e perché non c’è amore più grande. Ma non dimentichiamo il rispetto per l’altro e per la scelta altrui, che ha sentimenti forti nati nella sua tradizione o sperimentazione di vita, conoscere per rispettare e per trovare i punti in comune, che ci sono storicamente e nei valori e tradizioni.

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