Per la lettera s mi si aggrovigliano le parole. Poi alla fine emerge S come silenzio. Perché questa scelta? Arrivo da Selino e mi guardo due notizie. vedo una cosa strabiliante. Intervista al papa di Lorena Bianchetti. Una domanda mi colpisce: «Santità, sono quasi le tre. Come dobbiamo vivere questo orario, oggi?». sta parlando del venerdì santo, dell’ora della croce. Il papa risponde con un lungo silenzio, una sorta di minuto di raccoglimento nell’ora in cui, secondo il Vangelo, Gesù muore sulla croce. Un momento toccante. Il problema è che un minuto di silenzio in tv sono un eternità, una cosa illogica, non sta in piedi. Ma quel silenzio è il silenzio necessario di fronte alla morte di Gesù, ma è anche il silenzio necessario di fronte a tutte le sofferenze del mondo. Quindi S è sofferenza, S è silenzio, S è salvezza. Sempre il papa che risponde ad una domanda sulla sofferenza dei bambini. “Per me, una domanda a cui non sono mai riuscito a rispondere e che alcune volte mi scandalizza un po’ è: “Perché soffrono i bambini? Perché soffrono i bambini?”. Io non trovo spiegazioni a questo. Io ho fede, cerco di amare Dio che è mio padre, ma mi domando: “Ma perché soffrono i bambini?”. E non c’è risposta… Ma il dialogo con il Male non va bene, questo vale per tutte le tentazioni. E quando ti viene questa tentazione, “perché soffrono i bambini?”, io trovo una sola strada: soffrire con loro. quindi buona pasqua nel silenzio e nell’incontro con il soffrire umano.