ripensare

di | 24 Agosto 2023

Leggo che nel mondo sono stati spesi 17.000 miliardi di dollari per la guerra in questo anno. In questa cifra non c’è soltanto la vendita di armi, ma anche tutti i danni prodotti alle persone, alle strutture, alla terra. pensate se avessimo destinato tale cifra ad altro: sanità, scuola, clima, cooperazione e via dicendo. Forse un piccolo pezzo di mondo potevamo cambiarlo. Posso continuare in queste citazioni di elenchi di soldi e risorse che potevano essere usate diversamente. Ma mi fermo a questo numero. Si tratta di saper riaggiustare il tiro, modificare prospettive, ripensare il tutto. È un treno in corsa il nostro, ma vale la pena di riaggiustare il tiro, cambiare direzione. Leggo anche che sia in Ucraina che in Africa tutti i terreni dove sono passati gli eserciti sia da una parte che dall’altra sono stati minati. Immagina cosa vuol dire per chi ci cammina sopra, ed immaginate i costi e i tempi per sminare interi territori. Perché anche qui non ci mettiamo in testa che dobbiamo cambiare direzione, aggiustare il tiro? È proprio così difficile capire tutto questo? Sto incominciano a pensare che sì, è proprio difficile. Tanto è vero che questo difficile per il mondo sembra essere diventato difficile anche per il piccolo, per le nostre piccole realtà. Riusciamo noi a ripensare, riorganizzare in modo nuovo il nostro piccolo mondo quotidiano? riusciamo a ripensare a nuovi modolli di comunità? Riusciamo noi a ripensare a dei modelli nuovi anche nella chiesa? Io me lo auguro.

Un pensiero su “ripensare

  1. Sabrina

    In questo mondo ci sono pochi che distruggono, molti che ricostruiscono…il limbo in mezzo dell’indifferenza é quello da convincere…ci vorrebbero nella politica, nella chiesa, sui social e in TV solo costruttori di idee, propositivi e inclusivi, che non traggono in inganno le menti ma che spronano anche gli indifferenti che é la fetta di popolo che non si muove per paura e per indecisione, senza guida e spaesati oppure troppo deluse da progetti mai conclusi, come marciapiedi ingombri che non lasciano spazio alle persone più importanti: bambini con le bici o nei passeggini, adulti con la carrozzina e una grande voglia di fare e di muoversi…il mondo dovrebbe essere di chi é arrivato sempre ultimo, non perché non ha combattuto ma perché non ha avuto spazi, competenze, gambe e parola per esprimere il suo essere primo.

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