Leggo che nel mondo sono stati spesi 17.000 miliardi di dollari per la guerra in questo anno. In questa cifra non c’è soltanto la vendita di armi, ma anche tutti i danni prodotti alle persone, alle strutture, alla terra. pensate se avessimo destinato tale cifra ad altro: sanità, scuola, clima, cooperazione e via dicendo. Forse un piccolo pezzo di mondo potevamo cambiarlo. Posso continuare in queste citazioni di elenchi di soldi e risorse che potevano essere usate diversamente. Ma mi fermo a questo numero. Si tratta di saper riaggiustare il tiro, modificare prospettive, ripensare il tutto. È un treno in corsa il nostro, ma vale la pena di riaggiustare il tiro, cambiare direzione. Leggo anche che sia in Ucraina che in Africa tutti i terreni dove sono passati gli eserciti sia da una parte che dall’altra sono stati minati. Immagina cosa vuol dire per chi ci cammina sopra, ed immaginate i costi e i tempi per sminare interi territori. Perché anche qui non ci mettiamo in testa che dobbiamo cambiare direzione, aggiustare il tiro? È proprio così difficile capire tutto questo? Sto incominciano a pensare che sì, è proprio difficile. Tanto è vero che questo difficile per il mondo sembra essere diventato difficile anche per il piccolo, per le nostre piccole realtà. Riusciamo noi a ripensare, riorganizzare in modo nuovo il nostro piccolo mondo quotidiano? riusciamo a ripensare a nuovi modolli di comunità? Riusciamo noi a ripensare a dei modelli nuovi anche nella chiesa? Io me lo auguro.
In questo mondo ci sono pochi che distruggono, molti che ricostruiscono…il limbo in mezzo dell’indifferenza é quello da convincere…ci vorrebbero nella politica, nella chiesa, sui social e in TV solo costruttori di idee, propositivi e inclusivi, che non traggono in inganno le menti ma che spronano anche gli indifferenti che é la fetta di popolo che non si muove per paura e per indecisione, senza guida e spaesati oppure troppo deluse da progetti mai conclusi, come marciapiedi ingombri che non lasciano spazio alle persone più importanti: bambini con le bici o nei passeggini, adulti con la carrozzina e una grande voglia di fare e di muoversi…il mondo dovrebbe essere di chi é arrivato sempre ultimo, non perché non ha combattuto ma perché non ha avuto spazi, competenze, gambe e parola per esprimere il suo essere primo.